22 Gen La perfezione non esiste
“In fin dei conti, la perfezione non esiste. Se si vuol scrivere, bisogna tagliar corto e scrivere. Non esistono atmosfere perfette, quaderni perfetti, penne o scrivanie perfette. Perciò bisogna addestrarsi ad essere flessibili[1]”
Se ce lo ricordassimo ogni giorno, che la perfezione non esiste, ci faremmo davvero un gran regalo. Sprechiamo montagne di tempo – e milioni di opportunità – per aspettare il momento giusto, la luce giusta, l’atmosfera giusta, l’umore giusto. Diciamoci la verità: quell’aspettare non è aspettare, non stiamo aspettando niente, stiamo soltanto dando voce e credito alla nostra insicurezza, alla paura di non riuscire, al terrore di affrontare davvero il momento presente. Vale nella vita di tutti, e soprattutto in quella di chi scrive. Se per scrivere vogliamo aspettare la tranquillità o – ancora peggio – il momento giusto, finisce che aspetteremo e basta. La tranquillità – e il momento giusto – sono situazioni privilegiate che, fra i mille impegni quotidiani (reali, cercati, imposti, supposti pur di avere una scusa), molti di noi non riusciranno mai ad avere. Che facciamo allora? Smettiamo di scrivere? Certo, può essere un’idea, se però smettendo di scrivere smettiamo anche di pensare alla scrittura. Facciamo uscire la scrittura dalla nostra vita, e amen. Ma non scrivere e pensare alla scrittura è la tortura peggiore che si possa pensare, è quel che ci farà sentire esseri incompiuti, metà di qualcos’altro che continueremo a cercare. Quindi basta con l’idea di dover essere perfetti, basta con oddio-non-ho-tempo-come-faccio?, basta con il rimandare. Siediti, adesso, un quarto d’ora soltanto, ovunque tu sia, prendi un pezzo di carta e una penna, e scrivi. Era poi così difficile?
[1] Goldberg Natalie, Scrivere Zen, Ubaldini, Roma, 1987