Siamo due – La mia storia

“L’inconscio di ogni scrittore ha la sua storia, per così dire, archetipica: a causa della sua esperienza personale, tenderà a concentrare l’attenzione su certi dilemmi e a ignorarne altri e avrà un’idea del tutto personale di felicità e di bene.(…) Data la tendenza dell’inconscio a tipizzare ogni cosa, sarà proprio esso in ultima analisi a determinare che forma assumerà la storia.”
Anche il mio inconscio ha la sua storia (sebbene io ancora non possa dirmi scrittrice) e, inutile che lo nasconda, ha influito davvero tanto sulla mia vita e le mie scelte e nella costruzione di quella che è la mia, di storia, portandomi spesso a sbagliare e ad avere un’idea di felicità e di bene distorti da torti subiti e colpe – mie e altrui – che non riuscivo ad accettare né perdonare.
Poi è arrivato il momento in cui ho trovato la chiave per rendermelo amico, l’inconscio, e ho potuto – poco per volta e con fatica – prosciugare la pozza di fango nella quale si ostinava a farmi stazionare, fango fatto della mia ossessione verso il passato e di tutti i rimpianti nei quali mi crogiolavo.
Sono riuscita a prosciugare quella pozza, ne sono uscita, mi sono ripulita e ho iniziato a vivere, finalmente.
Non più tardi di un paio di anni fa.
Pensandoci, è una storia che val la pena di raccontare. Non perché abbia chissà cosa di eccezionale, anzi proprio perché di eccezionale non ha proprio niente. È soltanto la mia storia, una fra le tante. La storia di una persona che adesso è serena.
Così, da oggi, scrivendo in questa rubrica del sabato e partendo da conscio e inconscio e del nostro essere due – tutti quanti siamo due, siamo conscio e inconscio, non speriate di scapparne – inizio a raccontare la mia storia e come sono diventata la persona e anche la professionista che sono oggi, quanto dolore ho vissuto, quante difficoltà, quante sconfitte. Quante volte mi sono ritrovata col culo per terra (scusate, non è elegante ma rende bene) e quante volte ho trovato la forza per rialzarmi. Forza trovata a volte in me, a volte in persone che mi hanno fatto riflettere e mi hanno aiutata a credere nel mio valore e a trovarlo lì dove non riuscivo a vederlo.
E come poi, finalmente, mettendo un passo dietro l’altro, vivendo quel tempo presente lungo e fatto da inesorabili minuti che a volte sembrava non passassero mai, poco per volta ci sono riuscita.
A essere me stessa, a prendere in mano la mia vita, ad accettare vittorie e sconfitte, a vivere assaporando ogni minuto e ogni cosa che faccio, anche quando incontro fatica e dubbio e difficoltà.
La vita non è un nastro di rose, la vita è la vita. La vita è questo momento in cui respiriamo e viviamo, è nel prendermi cura di noi.
Sono riuscita a dare valore alla mia vita, comunque mi si presenti. Sono certa ci riuscirai anche tu.
Seguimi, ti racconterò la mia storia.