Oltre l’obiettivo

Non mi è mai piaciuto farmi fotografare. Anzi, farmi fotografare mi piacerebbe pure, però da sempre temo l’esito dello scatto e pur di non vedermi riprodotta preferisco evitare.
 
Poi è arrivato il momento in cui ho avuto bisogno delle fotografie per il libro, e se non fosse stato per Matteo non ce l’avrei fatta.
 
Matteo Montaldo è il fotografo cui devo la foto in quarta di copertina dell’ultimo libro, e quella foto e poche altre “buone” sono il frutto di un’intera mattina di lavoro nel set montato nel luogo che mi veniva più congeniale – casa mia – e della capacità di Matteo di mettermi a mio agio nonostante dovessi confrontarmi con l’obiettivo della sua macchina fotografica.
 
Quella mattina trascorsa a fare foto ha significato per me avere poi belle foto da mostrare e in cui riconoscermi e soprattutto l’esperienza di essere fotografata da Matteo, del vedermi attraverso i suoi occhi e il suo obiettivo. È un fotografo accogliente e sensibile, sa mettere a proprio agio e sa cogliere il cuore di chi è nel suo obiettivo, e sa rendere quel cuore e farne ritratto.
 
Nel guardare insieme le foto, poi, ho capito che quel che vedeva lui era diverso da quel che vedevo io, e altre volte ancora è accaduto che mie foto suscitassero reazioni diverse da quelle che mi sarei aspettata e che io stessa avevo avuto. Lì dove io trovavo mille difetti, altri occhi vedevano un’armonia che io non riconoscevo.
 
Da quella mattina insieme, dalle nostre chiacchiere appassionate su fotografia e senso della vita – che amiamo fare nella cucina di casa mia con qualcosa nel piatto e un bicchiere di rosso –, dal come mi sono sentita sotto il suo sguardo, da quanto mi ha fatto riflettere su me e il mio vedermi, è anche nata l’idea di un laboratorio che condurremo insieme, e che abbiamo intitolato Oltre l’obiettivo.
 
Sarà in presenza, a Torino, in aprile. Non vedo l’ora.

Francesca Di Gangi