le parole sono importanti

Ma davvero vuoi essere perfetto?

La nostra vita non sarà mai perfetta, e non esiste perfezione alla quale ambire. In qualunque modo la stiamo vivendo, quale che sia lo sforzo che facciamo per renderla quanto più simile ai canoni che ci siamo dati per poter proclamare che la nostra vita è la migliore fra quelle cui potremmo ambire, rassegniamoci: non c’è perfezione che tenga, da qualche parte la vita comunque sbrodola.

Anzi, vi dirò di più. Voler essere “perfetti”, voler rendere perfetta la nostra vita è soltanto un modo per chiuderci in gabbia, per tenderci una trappola con le nostre stesse mani, perché mai riusciremo ad essere degni di quella perfezione cui pensiamo la nostra vita possa aspirare. Mancherà sempre qualcosa.

Una vita perfetta, se perfetta non riesce ad essere, andrebbe distrutta e ricostruita. Facile, no? Peccato che non si possa fare, perché se distruggessimo la nostra vita una di scorta di sicuro non l’abbiamo. E poi, diciamolo, distruggere la vita che non sembra perfetta, o anche volerci intestardire a tentare di correggerla come si fa con un paio di labbra che sembrano troppo piatte, è negare alla vita la sua stessa sostanza. Col rischio di trovarsi poi con un orribile paio di labbra a canotto.

La vita non è perfezione, la vita va per prove e aggiustamenti. È una progressione al miglioramento che però non toccherà mai l’ottimo perché siamo esseri finiti e limitati, perché la perfezione ci farebbe altro da quegli esseri umani che invece siamo. Accettare i propri limiti e i propri difetti, sconfiggere l’idea del voler essere perfetti è il primo passo per concederci una vita accogliente e serena.

Una vita che non è perfetta – nessuna lo è né potrà mai esserlo – è però comunque una vita che può essere rimessa a posto, riparata, migliorata. Basta poco. Basta prendersi cura di sé. Basta scriverne.

Il concetto di riparazione è un concetto potente. Non si butta via ciò che è stato, non si butta via niente di ciò che sono stati i nostri errori e i nostri dolori, le persone e le situazioni che ci hanno fatto male, ma tutto viene ripreso e riutilizzato.

Si ripara ciò che non funziona, ciò che ci rende il cammino difficoltoso e pesante, e si riprende la strada. Si lasciano andare via persone, relazioni, eventi dolorosi. Non se ne nega l’esistenza, perché se noi oggi siamo così è anche grazie a quelle persone e quelle relazioni e quegli eventi dolorosi. Ma sono il passato. E il passato non può continuare a vivere, non può inquinare il presente. Il passato è ciò che ci ha fatti ciò che siamo, ma noi non siamo il nostro passato, noi siamo altro. Noi siamo il presente.