Come faccio a volermi bene?

 

Qualche giorno fa ho pubblicato su Facebook un post in cui scrivevo che non sono scomparsa ma sto lavorando nell’ombra, che voglio tornare a pubblicare e per questo chiedevo di argomenti che stanno a cuore, perché per me scrivere è prendermi cura di chi mi legge. Una di voi mi ha risposto con due domande, una più potente dell’altra: 


Come faccio a volermi bene?
Esiste la felicità?  


Non sono un filosofo né ho risposte pronte per tutti gli usi, ma qualcosa su questi due argomenti vorrei dirla, perché ci ho molto ragionato, sono domande che nel tempo mi sono fatta anch’io e cui ho risposto sulla mia pelle. 


Come faccio a volermi bene? Come faccio ad amarmi? Queste due domande ne nascondono un’altra, più intima e nascosta, più radicale: io merito amore? 

Ecco, io partirei da qui, dall’idea del merito legata all’amore. No, tu non meriti amore. Non lo meriti perché il merito è una sorta di ricatto, ti do questo se mi dai quello, e l’amore non può legarsi a un ricatto

Non meriti amore per il semplice fatto che ne hai diritto. Hai diritto ad avere amore. E se non ti hanno amato, se i genitori sono riusciti a farti sentire immeritevole (ecco il ricatto e la sua origine) di amore, non è tua responsabilità. Tu hai diritto ad avere amore. Tu sei amabile. Guardati nello specchio, e dittelo: io ho diritto ad avere amore. Nel momento in cui sleghi l’amore dal ricatto, in cui non devi più dimostrarti meritevole, quello è il momento in cui riconosci la tua presenza come persona a prescindere se intorno a te ci sia qualcuno disposto e capace di amarti. Quello è il momento in cui tu inizi ad amarti


Come faccio a volermi bene? Come faccio ad amarmi? Inizia a dare alla bambina che ancora vive dentro te tutte le coccole che tuttora aspetta, parla con lei, gioca con lei, ascoltala, dalle spazio e credito. Rassicurala, dille che va bene così com’è, e che non deve dimostrare niente a nessuno. Che lei ha valore per la persona che è, non per quanto gli altri vogliono che sia. Che può essere libera di essere chi vuole, tu non l’abbandonerai mai. 

Ecco, questo è volerti bene, è amore che tu dai a te. 


P.S.: scrivo al femminile perché la maggior parte delle persone che mi seguono sono donne, ma se sei un uomo la sostanza del discorso non cambia. I processi di ricatto sono gli stessi, forse soltanto operati con diversi schemi.  


P.S.2: Sulla seconda domanda ne scrivo una prossima volta.