Link a un sito dove viene spiegato come si scrive un radiodramma.
Questo che segue è il “trattamento” dell’episodio n. 98 della serie televisiva Agrodolce, della quale ho scritto il dialogo. Serve per farvi vedere la differenza fra il racconto della scena (il trattamento, appunto) e poi la trasformazione del trattamento in dialogo.
THUMBNAILS:
Dopo l’incontro con Scaffidi, Nina confida dolorosamente un segreto a Tuccio chiedendo il suo aiuto. L’arrivo di Roberta Giuffrida, la figlia di Anna Marin, a Lumera provoca molto scompiglio. Carmelo prende una decisione sul suo rapporto di lavoro con Federico.
RIASSUNTO DEGLI EPISODI PRECEDENTI:
LENA CUTO’ TUCCIO CUTÒ
MARIANO SCAFFIDI NINA FAILLA
PIETRO SPANO
Lena, con la morte nel cuore sta ancora fissando, non vista, Scaffidi, stretto nell’abbraccio paterno a Tuccio. L’uomo sta dicendo delle cose in un orecchio al ragazzo. Lo sguardo di Lena si carica di rabbia. E quando l’abbraccio fra i due si scioglie, Lena si allontana al colmo della rabbia e del dolore, perché in quella chiesa Tuccio ha commemorato un cattivo padre morto, e Lena ha scoperto l’esistenza di una nuova pericolosa filiazione. Scaffidi fa per andare verso la propria macchina ma si ferma e ribadisce a Tuccio, in tono perentorio ma affettuoso, che non vuole sentire storie: lo aspetta a casa più tardi. Tuccio, imbarazzato per l’invito a casa del boss, annuisce con un sorriso timido. Nina, strategicamente ferma a pochi metri dall’auto del boss dentro la quale c’è Spano, guarda Scaffidi diretto verso l’auto, sperando anche solo in un cenno o un saluto che però non arriva. Tuccio si avvicina alla donna dicendole che è il momento di andare. Nina, tesa, lancia un ultimo sguardo a Scaffidi. L’urgenza di parlargli la spinge a vincere la propria tensione e a ignorare l’esibita indifferenza del boss. Dopo un’ultima rassettata al vestito, a passo spedito raggiunge Scaffidi che sta per prendere posto in auto. Cercando di mantenere un minimo di dignità, si avvicina a lui e con un tono che tradisce timore e ansia Nina gli dice che ha un assoluto bisogno di parlargli. Scaffidi, la ignora, si siede in macchina e le chiude lo sportello in faccia. Chiudi su Nina che si accorge dello sguardo di imbarazzato Tuccio e cala gli occhi vergognata.
TITOLI DI TESTA
MARTA RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA
ROBERTA GIUFFRIDA RAGAZZINI N/S
AUTOMOBILISTI N/S
Marta sta ritornando dalla sua spesa quotidiana. Piena di pacchi, a vederla sembra un piccolo mulo, si destreggia per attraversare la strada. Con sguardo fiero e andatura da perfetta equilibrista Marta non vede un paio di ragazzini che in bicicletta per poco non la travolgono tagliandole la strada e facendo vacillare il precario equilibrio raggiunto dalla donna e dai sacchetti ricolmi. Marta li apostrofa da par suo E ricomponendo il perso equilibrio va per attraversare finalmente ma… si blocca proprio in mezzo alla strada. Colpita da ciò che vede, poggia per terra i sacchetti della spesa. Parcheggiata nel marciapiede di fronte a lei, una fiammante decappottabile. Incredula Marta ha riconosciuto il sorridente Ruggero che con grande galanteria e qualche saltello alla Gassman sta aprendo lo sportello dell’auto ad una ragazza bionda e bella. La giovane età della fortunata passeggera manda su tutte le furie Marta che rosa dalla gelosia guarda i due masticando tra i denti il primo commento che le viene in mente… Una ragazzina! Pure con le minorenni! Nel frattempo dalla piccola fila di auto che si è formata a causa di Marta si levano i primi colpi di clacson. Un tipo le sta urlando qualcosa dal finestrino. Marta si volta verso le auto con sguardo feroce e risponde a tono. I colpi di clacson cessano immediatamente. Chiudiamo sullo sguardo di Marta che torna a fissare l’auto di Ruggero che sgomma via sorridente… Sguardo furiosa per aver scoperto, almeno crede lei, il lato oscuro e scandaloso dell’affascinante Ruggero.
CARMELO SERIO VERONICA ALTAVILLA
FEDERICO ALTAVILLA IMPRENDITORE RUSSO (FIG.SPEC)
IMPRENDITORE RUSSO N/S ANGELINA RUSSO
NOTA PER LA PRODUZIONE:questa scena va girata con il blocco 19.
Carmelo allegro stringe un calice di champagne in mano e improvvisa in un inglese stentato un’introduzione al brindisi per la tanto attesa firma del contratto. Davanti a lui gli imprenditori russi sorridono, ma si scambiano occhiate divertite che la dicono lunga su quello che pensano del modo di esprimersi di Carmelo, occhiate intercettate da Federico e Veronica. Federico soccorre Carmelo concludendo la frase e il discorso in un perfetto inglese e avviando il brindisi nel tripudio generale. Carmelo brinda contento, ma la realtà è che Federico gli ha rubato la scena e comincia davvero a stargli sulle scatole. Mentre i russi, serviti dalla solerte Angelina, mostrano di gradire il buffet, l’attenzione di Carmelo sembra volta altrove. Nota Federico e Veronica sorridere e parlottare tra loro in buona sintonia. Di fronte ai russi non può certo mostrare la sua gelosia, ma dentro di sé sta ribollendo. Pensieroso, sembra prendere dentro di sé una decisione e, sforzandosi in un sorriso, si avvicina a Federico e Veronica. Comincia a elogiare le qualità di Federico. Come avrebbe fatto senza di lui? La gioventù deve arrivare ai posti di comando, va lasciata libera di esprimere il talento, lavorare… Carmelo dice di sentirsi un po’ lo scopritore di Federico, di questa gemma rara, di questo giovane e brillante imprenditore. Federico contrappunta di scetticismo questi lambiccati complimenti, facendo un neanche troppo velato riferimento ai loro recenti dissapori. Non sapeva di essere così apprezzato da Carmelo, conclude Federico con un certo sarcasmo. Carmelo si fa serio. Dice che invece lui oggi vuole fare un brindisi speciale, un brindisi solo per loro tre, allo strano caso del destino che nonostante le tante vicissitudini li continui a voler vedere sempre insieme, come una piccola famiglia. Federico esita un istante prima di avvicinare il suo bicchiere a quello di Carmelo, ma dopotutto, si decide, e con un sorriso brinda al successo della loro impresa. Veronica brinda con loro soddisfatta, guardando Federico con appassionata ammirazione… Emotivamente coinvolta dal successo di Federico, afferma che quando le forze si uniscono non può non nascerne qualcosa di assolutamente grandioso. Nel dire questo lancia a Federico un intenso sguardo che ne lascia intendere i reali sentimenti. Chiudiamo su Carmelo roso dalla gelosia.
MARTA RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA
FELICE RANDAZZO ROBERTA GIUFFRIDA
CLIENTI N/S
Marta sta raccontando infervorata a Felice la scena vista poco prima di Ruggero che si accompagnava ad una ragazzina molto poco vestita e troppo troppo giovane! Felice sta apparecchiando alcuni tavoli e ascolta senza particolare interesse. Enfatizzando di molto la storia Marta sottolinea la poca serietà di Giuffrida che altro non è se non un porco! Ecco, lo ha detto, è proprio un depravato! E con che coraggio si fa vedere in giro. Avrebbe dovuto esserci Felice, lo apostrofa quasi Marta. Doveva vederlo come saltellava a destra e a sinistra, un gallo le pareva, ma senza penne, alla sua età, non si vergogna? E poi quella ragazzina, poteva essere sua nipote! Marta continua a sfogarsi in preda ad un delirio che in realtà tocca corde molto più profonde del suo cuore. Presa dall’enfasi delle sue parole non fa che disfare ciò che Felice sistema con cura sui tavoli. L’uomo esasperato sta per esplodere ma si blocca perché vede entrare Ruggero accompagnato dall’avvenente fanciulla. Marta seguendo lo sguardo del fratello si accorge dell’insolita coppia. Oltraggiata da quella presenza dice al fratello che se quel maiale ha scambiato il loro onoratissimo albergo per un motel a ore se ne ricrederà immediatamente. A passo di carica va con occhi di brace verso Ruggero che non appena la vede le sorride e le si fa incontro. Con grande stupore di Marta, Ruggero le fa un baciamano e le rivolge parole di zucchero. Marta sentendosi presa in giro gli sta per dire il fatto suo ma, sempre con il sorriso delle grandi occasioni l’uomo le presenta Roberta… sua figlia! Chiudi su Marta colpita e affondata.
Nina seduta, voce sofferta, il trucco disfatto da un pianto recente, sta raccontando a Tuccio i problemi economici che l’affliggono e con i quali è costretta a convivere da alcuni anni. Dopo la morte del padre di Tuccio le si è creato intorno il vuoto, nessuno degli amici o per così dire dei “compari” le ha teso una mano in segno d’aiuto. Ha dovuto cavarsela da sola, abbandonata da tutti. I primi tempi è riuscita a tirare avanti con quello che il suo generoso Rocco le aveva lasciato… lui che le voleva davvero bene che si era sempre preoccupato di lei, che non le aveva mai fatto mancare nulla… una vera persona d’onore, non come quel don Mariano, che si era sempre dichiarato amico del padre di Tuccio, e che è stato il primo a non farsi più vedere. Tuccio, che si è irrigidito nel sentire la parte del racconto che coinvolge Scaffidi, le dice che non era certo compito di don Mariano preoccuparsi della donna di suo padre. Nina gli risponde che in condizioni normali Tuccio avrebbe ragione “ma”… Nina, da attrice consumata, resta in silenzio. Tuccio la sollecita a chiarire il senso del “ma”. Nina, come vincendo una forte ritrosia, ricomincia a parlare. È a conoscenza di una somma di denaro che il padre di Tuccio aveva lasciato da parte per lei, ma “quelli”, e fra quelli c’era ovviamente lo Scaffidi, se li sono tenuti fino all’ultimo centesimo. Nina sembra sull’orlo del pianto. A guardarla così, col trucco disfatto e i movimenti che tradiscono una forte tensione, sembra improvvisamente invecchiata. Tuccio le domanda come faccia ad andare avanti. Nina gli sorride triste e alza le spalle. Di tanto in tanto vende quel poco che le è rimasto, gioielli di poco pregio e chincaglieria varia… si figuri che da mesi non paga il condominio e per questo esce di casa, se così si può chiamare il misero monolocale nel quale si è ridotta a vivere, solo quando è certa di non incontrare nessuno per le scale! Ma, aggiunge carezzandogli il viso con grande dolcezza, non vuole angosciarlo oltre, ha abusato anche troppo del suo tempo e della sua pazienza. Si alza rapida, dà un bacio sulla guancia a Tuccio, gli augura in bocca al lupo e va verso la porta come a volere scappare via. Nina sta per aprire la porta ma Tuccio la raggiunge e le mette in mano alcune banconote da cento euro. È tutto quello che si ritrova in tasca, ma può andare a fare un bancomat… Nina gli mette una mano sulla bocca per non fargli finire la frase. Quanto Tuccio le ha dato basterà per pagare il condominio arretrato e potere uscire di casa senza vergognarsi dello sguardo degli altri inquilini. Nina sorride, lo guarda commossa ancora un secondo ed esce. Chiudi sull’espressione malinconica di Tuccio, colpito dalla disperata, patetica solitudine della donna.
MARTA RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA
FELICE RANDAZZO ROBERTA GIUFFRIDA
CLIENTI N/S
Ruggero sta versando del tè nella tazza di Roberta. La ragazza gli sorride, poi si guarda intorno perplessa dalle decorazioni kitsch del locale e da Marta che la sta fissando. Spera di ripartire al più presto da quel paese, dice la ragazza. Non capisce proprio come sua madre possa volerci vivere. Ruggero le ricorda che la madre è a Lumera perché finalmente, dopo aver vinto il concorso, è stata nominata preside di una scuola e sanno quanto questo sia importante per lei! Appunto, per lei, non per loro. Se sua madre, dice Roberta, ha coronato il sogno di una vita, non per questo sua figlia deve buttare la propria venendo a vivere in un simile cesso. Marta che poco distante sente quest’affermazione guarda con aria offesa l’insolente ragazza. Ruggero cerca di tranquillizzare la figlia. Nessuno la obbligherà a stare a Lumera se non è quello che desidera. Certo però è giusto ascoltare anche come la pensa sua madre. Le parole del padre allarmano Roberta che si stringe a lui e con i modi vezzosi di una bambina ruffiana prega il padre di perorare la sua causa: la scelta migliore per il suo futuro è rimanere a Catania con il suo adorato “paparone”! D’altronde, aggiunge, non è quello che anche lui desidera? Il padre, dopo uno dei suoi sorrisi da paraculo, la rassicura. Si fidi di lui, otterranno quello per cui sono venuti… Conosce bene Anna e sa su quali leve agire… Farla capitolare sarà un gioco da ragazzi e Roberta tornerà a Catania con lui! Roberta non trattiene un urlo di giubilo. Marta la fissa con espressione di muto rimprovero. Sì, grida Roberta, insieme lei e il suo paparone, liberi a Catania! Insieme staranno benissimo senza quella rompiscatole! Il sorriso di Ruggero non è dei più limpidi ma Roberta non se ne accorge. Chiudi sull’espressione felice della ragazza, certa che il padre avrà la meglio sulla madre.
FEDERICO ALTAVILLA VERONICA ALTAVILLA
Veronica e Federico sono adesso da soli. Intorno a loro qualche traccia della festicciola per la firma del contratto con i russi. Federico è soddisfatto anche se stanco. Seduto sulla poltrona, lentamente si allenta la cravatta con gesto di profondo rilassamento. Veronica gli è vicina, tra le mani ancora un bicchiere di champagne. Si dice contenta, sembra davvero che il successo di oggi abbia finalmente portato serenità tra Carmelo e Federico. La donna fa notare con ironia quanto Carmelo fosse elettrizzato all’idea di aver chiuso quel danaroso accordo, forse nemmeno il giorno del suo matrimonio era così emozionato. Federico sorride, era da molto effettivamente che non lo vedeva così. E non si aspettava certo i complimenti da lui ricevuti. Veronica invece non si dice sorpresa: dopotutto, anche se di pessimo carattere, Carmelo è un vero uomo d’affari, per lui alla fine conta principalmente il risultato. E senza Federico, conclude Veronica con uno sguardo seducente, quel risultato non sarebbe mai arrivato. Federico scherza amabilmente su quei complimenti e su quelli di Carmelo, con autoironia. Poi però cambia espressione e guardandola negli occhi le assicura che intende impegnarsi a fondo per la loro azienda e che il successo odierno è soltanto il principio. Federico trasmette ottimismo e fiducia nell’avvenire. E Veronica non può far altro che guardarlo adorante. Chiudi su Veronica perdutamente presa da Federico.
TUCCIO CUTÒ ELEONORA SCAFFIDI
NOTA PER LA PRODUZIONE: La villa degli Scaffidi è una vecchia masseria di campagna, ristrutturata con buon gusto, che sorge su una collina da cui si domina un bel panorama. Diventerà una location importante della nostra storia, di sicuro e frequente utilizzo futuro.
Alcune immagini in movimento stabiliscono il passaggio temporale e la nuova location.
Tuccio, vestito elegantemente, si avvicina timidamente alla porta di casa, esita, si guarda intorno, si decide a bussare ma non fa in tempo perché la porta si apre e Eleonora, che sta uscendo da casa, quasi si scontra con lui. I due si guardano. Eleonora, in abiti chiari da velista, sorride. Tuccio è colpito dal sorriso vitale e gioioso della ragazza che si scusa per averlo praticamente quasi travolto e gli chiede, scrutandone il vestito, chi stia cercando. Tuccio sta per rispondere ma la ragazza lo anticipa. Mio padre! Se lei è la figlia, risponde accennando un sorriso Tuccio. Sì, conferma ironica Eleonora, lei è la figlia… La ragazza si volta verso l’ingresso, spalanca la porta e fa cenno a Tuccio di entrare. Tuccio la guarda ed entra…
CUT TO:
TUCCIO CUTÒ MARIANO SCAFFIDI ELEONORA SCAFFIDI
Tuccio, accompagnato da Eleonora fa il suo ingresso nell’ampio salone immerso nella penombra. La ragazza gli dice di aspettare lì un attimo, il tempo di andare da suo padre ad annunciare il signor… Eleonora resta in silenzio a guardarlo… che c’è Tuccio Cutò, le dice Tuccio. Eleonora gli sorride, va verso una porta, l’apre e scompare all’interno della casa. Tuccio si guarda intorno. Nella penombra, emergono sinistri, infissi al muro o poggiati fra gli scaffali di una libreria, una serie di animali impagliati, trofei di caccia di Scaffidi. Per il resto l’arredamento è sobrio ma l’attenzione di Tuccio è tutta per quel macabro spettacolo… Già, dice alle sue spalle Eleonora, rientrando nel salone, da anni prego mio padre di sbarazzarsene ma non c’è verso… e se vuole un consiglio, aggiunge, è meglio che non faccia il minimo accenno a quelle povere bestie con lui, a meno che non voglia sorbirsi i racconti che sono legati a ognuna di esse! Tuccio le sorride e annuisce. La ragazza ricambia il sorriso ed esce dal salone. Tuccio è di nuovo solo nella stanza. Ma ora la sua attenzione si concentra su delle foto incorniciate, poggiate su un bel cassettone a fianco del camino. Una foto cattura la sua attenzione. Quella nella quale è ritratta una sorridente e bellissima Eleonora. Tuccio la prende e la guarda. Alle sue spalle si materializza don Mariano che lo saluta. Tuccio si volta verso di lui, poggia la foto. Don Mariano gli dà il benvenuto nella sua casa, un onore concesso a pochi. Chiudi su Tuccio profondamente turbato dal suo ingresso in quella casa.
FELICE RANDAZZO MARTA RANDAZZO
ANNA MARIN CLIENTE CORPULENTO P/S
Alla reception Felice sta accogliendo un cliente timido e corpulento, non certo di bell’aspetto. Il cliente vorrebbe una singola, Felice sta per accordarsi. Marta dietro di loro è impegnata con cipiglio a leggere dei documenti. Ruggero baldanzoso si avvicina al bancone e senza attendere il suo turno chiede se è disponibile una singola per quella notte. Marta alza lo sguardo, improvvisamente interessatissima. Felice risponde a Ruggero che purtroppo non c’è alcuna disponibilità per quella notte, stava appunto per consegnare le chiavi dell’unica singola disponibile al cliente prima di lui. Fa per riprendere a parlare con il cliente, ma Ruggero contrariato s’impone ancora alla sua attenzione, insistendo per avere una camera. Felice, scusandosi di nuovo con il cliente corpulento, dice a Ruggero che gli dispiace… per stanotte l’unica è arrangiarsi forse in camera con Anna, potrebbero al limite aggiungere un letto. A questo punto Marta fulminea interviene, dà un’occhiataccia a Felice e lo scosta e si rivolge zuccherosa a Ruggero. Suo fratello come al solito non capisce un cacchio. Quella singola è sempre prenotata, per i migliori clienti dell’albergo, clienti speciali, come Ruggero… Dunque non ci sarà bisogno di mettersi in camera con Anna, la singola è tutta per lui, conclude strappando le chiavi della stanza dalla mano di Felice e consegnandole a Ruggero. Il cliente corpulento protesta, ma Marta feroce lo mette a tacere, aggiungendo anche qualche comico insulto alla sua stazza. Il cliente indignato se ne va, Felice interdetto, Ruggero contento ringrazia Marta. In quel momento entrano Anna e Roberta litigando. La Marin è decisamente contrariata dal look della figlia e da quella minigonna vertiginosa. Ruggero si avvicina per mettere pace, seguito dallo sguardo amoroso di Marta. Mentre il gruppo familiare si allontana verso il bar, Felice sussurra alla sorella che dunque la Marin e il marito dormono separati! Marta ipocritamente commenta che il matrimonio della Marin è evidentemente finito, senza possibilità di recupero, così va la vita, bisogna farsene una ragione… Poi ordina a Felice di andare subito a preparare la stanza per Ruggero. Ma Felice protesta, quella povera donna ha bisogno delle attenzioni del marito, ne va della sua felicità. Una donna felice significa una preside meno rompiscatole… Ma per Marta chi se ne frega di Felice e dei suoi problemi, quello che conta ora è solo il suo adorato arrapantissimo Ruggero, per lei si apre una chance e non intende farsela sfuggire…
MARIANO SCAFFIDI TUCCIO CUTÒ
Tuccio sta finendo di raccontare dei soldi dati alla povera Nina. Scaffidi scuote la testa, dicendosi certo che quello è l’unico motivo per cui la donna ha voluto fare la commemorazione della buonanima del padre di Tuccio. Tuccio appare perplesso. Scaffidi gli sorride bonario e gli dice che Tuccio è proprio un ragazzo di buon cuore e che quella furba della Failla se l’è ben rigirato. Si sarà accorto di come lui l’abbia ignorata in chiesa. Quello che la donna ha raccontato a Tuccio non è vero. Non esiste nessun “bottino” che qualcuno le abbia sottratto! Il padre di Tuccio, al contrario, l’ha ricoperta di denaro, gliene ha lasciato molto e in più le aveva comprato pure una casa a Palermo. Non sì è mai chiesto Tuccio quale sia il vero motivo per cui Nina non sia mai andata a vivere con loro? Le piaceva fare la bella vita della “signora” viziata e capricciosa. Figurarsi, una come lei a occuparsi di due figli non i suoi, in un paesino come Lumera. In tutto questo, deve ammettere a malincuore Scaffidi, anche il padre di Tuccio ha delle colpe nei confronti dei propri figli. Tuccio lo guarda colpito da quelle parole. Sì, continua Scaffidi, anteporre gli interessi e i capricci di una donna come la Failla ai propri figli è cosa che lui, da padre, mai si sognerebbe di fare. Tuccio obietta che a lui e sua sorella non ha mai fatto mancare nulla. Ma Scaffidi, guardandolo intensamente gli chiede se ne sia proprio così sicuro. Tuccio avrebbe avuto ben altra vita se suo padre se ne fosse curato come avrebbe dovuto. Tuccio si fa scuro in volto. Scaffidi gli si avvicina e gli poggia una mano sulla guancia con fare paterno. Non deve amareggiarsi, il passato è passato, e Scaffidi saprà prendersi cura di lui… Comunque, morto suo padre, prosegue più allegramente l’uomo, allontanandosi dal ragazzo, la donna s’è mangiata tutto quello che aveva, pure la casa. Ed è per questo che con grande faccia tosta si è presentata a Lumera a battere cassa. Chiudi su Tuccio amareggiato per la triste realtà che Scaffidi gli ha rivelato.
MARTA RANDAZZO ROBERTA GIUFFRIDA
RUGGERO GIUFFRIDA ANNA MARIN
Anna Marin, seduta al tavolo con Ruggero e la figlia, con un tono che non ammette repliche sta dicendo a Roberta che non le interessa quello che faceva con suo padre a Catania adesso SONO a Lumera e la musica cambia. Anna sembra una madre severa che non ammette repliche. È finita la vacanza, Anna non potrà più comportarsi come le pare. Roberta cerca di replicare ma invano. Oltre tutto questa storia del rendimento scolastico appena sufficiente è una cosa intollerabile per lei. Adesso che si trova qui a Lumera la situazione cambierà. Roberta allora sentendosi in gabbia si alza furiosa e si allontana. Ruggero dopo aver lanciato un’occhiata nervosa alla moglie la raggiunge e le spiega che ora come mai deve dare prova di essere sua figlia… bisogna sapere trattare la madre, lo scontro diretto è inutile. Se veramente vuole vivere con lui a Catania deve anche sopportare l’idea di assecondare un po’ la madre. Deve ascoltare sua madre, ragionare, non andare al muro contro muro. Roberta ascolta a testa bassa, poi alza gli occhi adoranti verso il padre e gli dice che non saprebbe come fare se non ci fosse lui. Gli ricorda che ha promesso di dormire lì quella notte, Ruggero la conforta facendole sapere che ha già prenotato la stanza. Mentre i due parlano, la Marin, stufa di quel confabulare tra padre e figlia, si avvicina. Roberta anche se di malavoglia si scusa distrattamente del suo tono di prima, non ha voglia di litigare con sua madre, ma non può fare a meno di sottolineare che lei a Lumera ci resterà molto meno di quanto lei possa pensare. Chiudi sullo sguardo fermo di Roberta.
NINA FAILLA TUCCIO CUTÒ
CLIENTI N/S
Alcune immagini in movimento stabiliscono il passaggio temporale.
Tuccio cammina pensieroso a causa dell’incontro con Scaffidi. È amareggiato per la storia della Failla ma anche per le parole che Scaffidi ha detto su suo padre, parole che contengono una verità dolorosa. Si sente tradito dal suo stesso passato. Arrivato di fronte alla terrazza del ristorante (lo stesso di Ep. 97, Sc.3) si ferma colpito. Seduta ad uno dei tavoli c’è Nina, da sola. Trucco pesante e solita eleganza démodé, sta sorseggiando un calice di champagne. Davanti a lei un piatto con un’aragosta. Lo sguardo di Tuccio si rabbuia. Sta per attraversare e andarle a parlare ma si ferma. Quella donna sola, dalla vita ormai vuota, che ripete un rito perso nel tempo, le fa pena. Perché rovinarle quel momento di brevissima sereno oblio? Chiudiamo su Tuccio pervaso da una profonda tristezza a causa della patetica solitudine della donna.
CARMELO SERIO CICCIO SERIO
Carmelo è seduto al bancone, beve un bicchiere di vino e parla al telefono (one way) con un legale, che evidentemente Serio conosce molto bene. Carmelo ruvidamente sta spiegando che la situazione con Federico gli sta ormai sfuggendo di mano. Non è più così sicuro di voler continuare un’attività d’impresa con il giovane. Ci sono dei problemi tra loro, problemi che Carmelo ritiene oramai insormontabili. Il legale evidentemente all’altro capo del filo cerca di capire qualcosa di più sulle ragioni che hanno portato Carmelo a queste conclusioni. Ma Carmelo non è in vena di spiegazioni. A lui interessa solo capire se ci siano modi per sbattere fuori Federico senza troppe ripercussioni. Nel frattempo vediamo Ciccio, giacca e casco alla mano, avvicinarsi alla soglia della cucina, non notato da Carmelo. Il legale al telefono, evidentemente restio, sta dicendo a Carmelo che è impossibile quello che chiede (essendo Federico socio). Carmelo s’innervosisce e diventa volgare e sgradevole. Al suo interlocutore dice che lui è pagato per trovare soluzioni, è un avvocato, e quindi che lo liberi da Federico Altavilla il prima possibile. Carmelo si dice disposto a tutto, qualunque mezzo a lui va bene, pur di non ritrovarsi più il barone come socio. E mentre Carmelo continua la sua telefonata, senza rendersi conto di essere ascoltato dal figlio, vediamo Ciccio, molto colpito dalle parole e dal tono usati dal padre. Chiudi su Ciccio pensieroso e pieno di repulsione per il padre.
LENA CUTÒ TUCCIO CUTÒ
Tuccio si sta stancamente svestendo quando qualcuno comincia a bussare ripetutamente alla porta. Neanche il tempo di aprire che una furiosa Lena gli si para davanti. Come un fiume in piena lo investe di domande. Cosa significa quell’abbraccio davanti alla chiesa con Mariano Scaffidi? Vuole seguire le orme di suo padre? Perché se è questo che vuole lei con lui non vuole avere a che fare un momento di più! Loro padre le ha già rovinato la vita e non permetterà che suo fratello faccia lo stesso! Tuccio colpito dalla sofferenza, dalla dolorosa paura della sorella la stringe con forza fra le braccia. Lena tenta di divincolarsi, continuando il suo sfogo ma Tuccio la stringe sempre più a sé fino a quando Lena si abbandona al pianto. Tuccio ammette che loro due hanno avuto un passato di merda del quale, Lena ha ragione, loro padre è in gran parte responsabile. Ma proprio quel passato ha unito in modo indissolubile i due fratelli e Lena non deve pensare nemmeno per un attimo che suo fratello possa uscire dalla sua vita. Lui per lei ci sarà sempre. Si rassegni, aggiunge. Lena lo guarda intensamente con ritrovata calma. Poi si abbandona all’abbraccio del fratello chiudendo gli occhi e reclinando il viso sul suo petto. Chiudi sull’espressione di Tuccio, rassicurato del profondo legame che lo lega alla sorella ma consapevole di essere l’unico, che a causa delle proprie scelte, possa davvero farle del male.
CICCIO SERIO FEDERICO ALTAVILLA
Il motorino di Ciccio sta percorrendo un tratto di strada quando all’improvviso uno strano rumore lo fa rallentare per poi farlo fermare del tutto. Il giovane Serio, stando sempre attento a che non sopraggiunga nessun veicolo alle sue spalle, tenta invano di rimetterlo in moto. Nessuno dei suoi tentativi (anche quello a spinta) portano ad un minimo risultato. In preda allo sconforto, accosta al bordo della strada. Si toglie il casco e rassegnandosi a camminare a piedi comincia a spingere il motorino. Mentre sta per iniziare la faticosa passeggiata, una macchina dietro di lui lo sorpassa per poi rallentare e fare breve retromarcia. Si abbassa un finestrino dell’auto, Ciccio sorpreso scorge la figura di Federico. Il barone Altavilla gli chiede se ci siano problemi. Ciccio risponde ironico, secondo te? Non è che si diverte a spingere il motorino sulla statale… Federico spegne il motore e scende dall’auto. Andando verso Ciccio, spiega che per fortuna ha incontrato lui… se si fida, ci penserà lui a dargli una mano, se ne intende abbastanza di motori. Chiudi su Ciccio decisamente scettico.
ANNA MARIN ROBERTA GIUFFRIDA
FELICE RANDAZZO CLIENTI N/S
Anna e Roberta hanno finito di mangiare. Anna ritorna sulla questione abbigliamento. Almeno su quello non sente ragioni, non vede perché sua figlia debba andare in giro conciata come una provocante velina. Tra loro c’è un’atmosfera molto tesa. Felice deferente porta ad Anna un tè verde. I due fanno un riferimento scolastico, Roberta capisce che Felice è uno degli insegnanti con cui lavora sua madre e coglie l’occasione al volo per rendersi difficile a sgradevole alla madre. Comincia a fare la stupidina con Felice, occhi dolci e battutine. Una sorta di velato corteggiamento da Lolita. Il comportamento di Roberta mette in difficoltà e in comico imbarazzo il povero Felice e fa infuriare Anna. Felice capisce che è meglio battere in ritirata e si allontana. La madre riprende Roberta duramente. Quello è un professore della scuola in cui lei è preside. Non può comportarsi così, che cosa le passa per la testa. Roberta sorride. Lo ha fatto apposta, figuriamoci se le piace quel vecchio stoccafisso di Felice. Voleva solo darle un assaggio di quello che le farà passare se la costringe a rimanere lì… Lei in un posto così non resisterebbe nemmeno un giorno, questa notte fa eccezione, ma solo perché c’è anche suo padre! Allora Anna alzando la voce le spiega che un paese piccolo e tranquillo come Lumera le farà bene… Deve rimettersi in riga. Per quanto si ostini a proclamare il suo odio quel posto, è bene che si dia una calmata perché ci si dovrà abituare. A queste parole Roberta va su tutte le furie. Se sua madre pensa di ingabbiarla lì si sbaglia di grosso. Se prova a incastrarla, minaccia Roberta, lei le rovina la vita! Chiudi su Anna molto colpita.
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Blocco
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20 | |
Episodio
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98 | |
Riprese
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Data | |
Messa in onda
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Data | |
Regista
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Nome | |
Dialoghi di
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Francesca Di Gangi | |
Edito da | Nome
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Produttore
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Prodotto da
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scena | dur. | loc. | Ambiente | g. |
0’30” | RECAPS | ||||
01 | 0’45” | LOC | EST. CHIESA | M4 | |
0’35” | TITOLI DI TESTA | ||||
02 | 1’10” | LOC | EST. LUNGOMARE | M4 | |
03 | 1’45” | CASA ALTAVILLA (GIARDINO) | M4 | ||
04 | 1’30” | FICO D’INDIA(RISTORANTE) | M4 | ||
05 | 1’50” | LOC | INT. CASA TUCCIO | M4 | |
06 | 1’05” | FICO D’INDIA(RISTORANTE) | M4 | ||
07 | 1’30” | CASA ALTAVILLA (SALONE) | M4 | ||
08 | 0’40” | LOC | EST. VILLA SCAFFIDI | P4 | |
09 | 1’10” | LOC | INT. VILLA SCAFFIDI (SALONE) | P4 | |
10 | 2’00” | FICO D’INDIA(RECEPTION) | P4 | ||
11 | 1’45” | LOC | INT. VILLA SCAFFIDI (SALONE) | P4 | |
12 | 1’30” | FICO D’INDIA(BAR) | P4 | ||
13 | 0’50” | LOC | EST. LUNGOMARE E RISTORANTE (TERRAZZO) | N4 | |
14 | 0’45” | CASA SERIO (CUCINA) | N4 | ||
15 | 1’35” | LOC | INT. CASA TUCCIO | N4 | |
16 | 1’00” | LOC | EST. STRADA STATALE | N4 | |
17 | 1’40” | FICO D’INDIA(RISTORANTE) | N4 | ||
0’50” | TITOLI DI CODA |
durata netta episodio 098: 22’30” (senza titoli e recaps)
durata totale: 24’25”
Personaggio | scena | |
ANNA MARIN | 10, 12, 17 | |
CARMELO SERIO | 3, 14 | |
CICCIO SERIO | 14, 16(LOC) | |
ELEONORA SCAFFIDI | 8(LOC), 9(LOC) | |
FEDERICO ALTAVILLA | 3, 7, 16(LOC) | |
FELICE RANDAZZO | 4, 6, 10, 17 | |
LENA CUTO’ | 1(LOC), 15(LOC) | |
MARIANO SCAFFIDI | 1(LOC), 9(LOC), 11(LOC) | |
MARTA RANDAZZO | 2(LOC), 4, 6, 10, 12 | |
NINA FAILLA | 1(LOC), 5(LOC), 13(LOC) | |
ROBERTA GIUFFRIDA | 2(LOC), 4, 6, 12, 17 | |
RUGGERO GIUFFRIDA | 2(LOC), 4, 6, 12 | |
TUCCIO CUTO’ | 1(LOC), 5(LOC), 8(LOC), 9(LOC), 11(LOC),
13(LOC), 15(LOC) |
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VERONICA ALTAVILLA | 3, 7 | |
ANGELINA RUSSO | 3 | |
AUTOMOBILISTI N/S | 2(LOC) | |
CLIENTE CORPULENTO P/S | 10 | |
CLIENTI N/S | 4, 6, 13(LOC), 17 | |
IMPRENDITORE RUSSO (FIG. SPEC.) | 3 | |
IMPRENDITORE RUSSO N/S | 3 | |
PIETRO SPANO N/S | 1(LOC) | |
RAGAZZINI N/S | 2(LOC) |
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098 | / | SC 00 | 0’30” | RECAPS
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A) EP.94, SC.16 – VERONICA METTE IN GUARDIA FEDERICO SULLA REAZIONE DI CARMELO. | ||||||||||
B) EP.97, SC.15 – ANNA MARIN CHIEDE A MARTA SE HANNO UNA STANZA IN PIÙ. | ||||||||||
C) EP.97, SC.19 – LENA VEDE SCAFFIDI CHE ABBRACCIA TUCCIO FUORI DALLA CHIESA DOPO LA MESSA PER IL PADRE. | ||||||||||
LOGO |
• | 098 | / | SC 01 | M4 | 0’45” | LOC. EST. CHIESA
LENA CUTO’ TUCCIO CUTO’ MARIANO SCAFFIDI NINA FAILLA PIETRO SPANO N/S
SEGUE DA EP.97 / SC.19
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LENA, NON VISTA, STA ANCORA GUARDANDO L’ABBRACCIO TRA TUCCIO E MARIANO SCAFFIDI. È SPAVENTATA E ADDOLORATA DAL SODALIZIO CHE QUELL’ABBRACCIO STA A DIMOSTRARE. TROPPO PROFONDE LE CICATRICI LASCIATE DAL PADRE, QUEL PADRE CHE TUCCIO HA COMMEMORATO E DEL QUALE SEMBRA VOLERNE SEGUIRE LE TRACCE. | ||||||||||
DURANTE L’ABBRACCIO MARIANO SCAFFIDI, CON FARE PATERNO, DICE QUALCOSA A TUCCIO. | ||||||||||
L’ABBRACCIO SI SCIOGLIE. LENA, IN CUI DOLORE E PAURA PER QUANTO HA VISTO SI SONO TRASFORMATE IN RABBIA, VA VIA. | ||||||||||
SCAFFIDI SI AVVICINA ALLA MACCHINA, DOVE LO ASPETTA SPANO. ARRIVATO ALLO SPORTELLO APERTO, SI GIRA ANCORA VERSO TUCCIO. | ||||||||||
1 | MARIANO (PATERNO MA FERMO)
Tuccio, a me’ casa t’aspetto. Non ti fare pregare… |
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TUCCIO, IMBARAZZATO, NON RISPONDE MA SI LIMITA AD ANNUIRE. | ||||||||||
NINA, POCO DISTANTE, HA ASSISTITO A TUTTA LA SCENA. IL BOSS ENTRA IN MACCHINA CONTINUANDO A FAR FINTA DI NON VEDERLA. | ||||||||||
TUCCIO SI AVVICINA A NINA. | ||||||||||
2 | TUCCIO
Vieni Nina, andiamo. |
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MA NINA NON LO ASCOLTA. VUOLE PARLARE A SCAFFIDI PRIMA CHE VADA VIA, ANCHE SE ESSERNE STATA OSTENTATAMENTE IGNORATA LE BRUCIA. ASCIUGATE LE MANI SUDATE SULLA GONNA, CERCANDO DI DARSI UN CONTEGNO GLI SI AVVICINA. | ||||||||||
3 | NINA (A SCAFFIDI)
Don Mariano, io… |
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SCAFFIDI ANCORA LA IGNORA. GUARDANDO DRITTO DAVANTI A SÉ, CHIUDE LO SPORTELLO E FA CENNO A PIETRO DI ANDARE. | ||||||||||
NINA RESTA A FISSARE LA MACCHINA CHE SI ALLONTANA, POI CON UN’ESPRESSIONE AVVILITA SI GIRA VERSO TUCCIO, A DISAGIO PER QUANTO HA VISTO. | ||||||||||
CHIUDI SU NINA CHE GUARDA TUCCIO CON L’ESPRESSIONE DI CHI DICE “VEDI QUANTO SONO DISGRAZIATA”… | ||||||||||
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• | 0’35” | TITOLI DI TESTA
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• | 098 | / | SC 02 | M4 | 1’10” | LOC. EST. LUNGOMARE
MARTA RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA ROBERTA GIUFFRIDA RAGAZZINI N/S AUTOMOBILISTI N/S
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MARTA, DI RITORNO DAL SUPERMARKET, CAMMINA SUL LUNGOMARE CARICA DI BUSTE PESANTI DELLA SPESA. È EVIDENTEMENTE AFFATICATA. BORBOTTA FRA SÉ. | ||||||||||
1 | MARTA (SBUFFANDO)
Io, tutto io devo fare… mai che quell’idiota c’è quando serve… (IRONICA) il vicepreside… e solo quello po’ fari… |
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EFFETTO SONORO: |
ALLE SUE SPALLE SOPRAGGIUNGONO DUE RAGAZZI SUI ROLLER, IMPEGNATI IN UNA GARA FRA LORO. LE PASSANO VICINISSIMO. MARTA, CHE NON LI AVEVA SENTITI ARRIVARE, SI SPAVENTA E BARCOLLA, RISCHIANDO DI ROVINARE A TERRA.
I RAGAZZI, CONTINUANDO A CORRERE, NE RIDONO. |
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2 | MARTA (INVEISCE A VOCE ALTA)
Disgraziati… (CONTINUANDO A LAMENTARSI) I giovani d’oggi! Taliatili! Solo perdere tempo e fare danno, sanno fare… |
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SI RICOMPONE, INIZIA AD ATTRAVERSARE QUANDO SI BLOCCA IN MEZZO ALLA STRADA. A BOCCA APERTA, ESPRESSIONE ESTASIATA, LASCIA CADERE LE BUSTE A TERRA. | ||||||||||
DI FRONTE A LEI, DALL’ALTRA PARTE DELLA STRADA, C’È RUGGERO, APPOGGIATO ALLA SUA DECAPPOTTABILE. MARTA D’ISTINTO LO CHIAMA. | ||||||||||
3 | MARTA (ALZANDO TIMIDA UNA MANO E CON VOCE FLEBILE)
Ruggero?… |
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RUGGERO NON SI ACCORGE DI MARTA. LEI STA PER CHIAMARE ANCORA, QUANDO SOPRAGGIUNGE UNA PROCACE RAGAZZINA BIONDA. | ||||||||||
RUGGERO, SORRIDENTE E CON MOVENZE AFFETTATE DA GENTILUOMO, APRE ALLA RAGAZZA LO SPORTELLO, LA FA ACCOMODARE. | ||||||||||
MARTA, A QUELLO SPETTACOLO, CAMBIA ESPRESSIONE. È DELUSA E FEROCEMENTE GELOSA, MA NON LO AMMETTEREBBE MAI. ANZI. | ||||||||||
4 | MARTA (FRA SÉ, INDIGNATA)
Talia a chiddu!… signorina Marta di qua, signorina Marta di là… e io c’ammuccava… le ragazzine, gli piacciono! un porco, è… |
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EFFETTO SONORO: | UN PAIO DI COLPI DI CLACSON DA UNA DELLE POCHE MACCHINE IN FILA PER VIA DI MARTA FERMA IN MEZZO ALLA STRADA FA SOBBALZARE LA DONNA. | |||||||||
5 | AUTOMOBILISTA (SPAZIENTITO) A MARTA
Allora? Si muove? O ci porto un caffè? |
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6 | MARTA (RABBIOSA, GUARDANDOLO DRITTO NEGLI OCCHI)
Sai che ci devi fare, col tuo caffè?… (IRONICA) Capisci, o te lo spiego meglio? |
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A QUELLA RISPOSTA INASPETTATA DA UNA SIGNORA, L’AUTOMOBILISTA SI ZITTISCE E CON LUI IL CLACSON. | ||||||||||
RUGGERO INTANTO, INCONSAPEVOLE DI QUANTO ACCADE A CENTRO STRADA, METTE IN MOTO E VA VIA, I CAPELLI BIONDI DELLA RAGAZZA BRILLANO NEL SOLE | ||||||||||
CHIUDI SULLO SGUARDO FEROCE E SCHIFATO DI MARTA CHE SEGUE RUGGERO MENTRE VA VIA CON LA SUA RAGAZZINA, CERTA DI AVERE SCOPERTO IL VERGOGNOSO SEGRETO DI QUELL’UOMO. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 03 | M4 | 1’45” | CASA ALTAVILLA (GIARDINO)
CARMELO SERIO VERONICA ALTAVILLA FEDERICO ALTAVILLA IMPRENDITORE RUSSO (FIG. SPEC.) IMPRENDITORE RUSSO N/S ANGELINA RUSSO
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NOTA PER LA PRODUZIONE questa scena va girata con il blocco 19 | ANGELINA STA SERVENDO COPPE DI CHAMPAGNE DA UN VASSOIO D’ARGENTO AGLI OSPITI RIUNITI. QUANDO TUTTI HANNO LA LORO COPPA IN MANO, CARMELO ALZA LA SUA E, FESTANTE, PROPONE UN BRINDISI. | |||||||||
1 | CARMELO (SOLENNE, ROTEA LO SGUARDO A COMPRENDERE TUTTI)
Al contratto che abbiamo firmato, e a tanti altri che firmeremo. |
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I DUE IMPRENDITORI RUSSI SI GUARDANO SENZA AVER CAPITO. IN UN MOTO DI GENTILEZZA, DETTATO DALLA SODDISFAZIONE DELL’AFFARE CHIUSO, CARMELO SI RIVOLGE A LORO NEL SUO INGLESE MACCHERONICO. | ||||||||||
2 | CARMELO (DIRIGENDO LA COPPA VERSO I RUSSI)
You are good friend. Al nostro contract, e al proxim contract pure… |
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NEMMENO STAVOLTA I DUE HANNO CAPITO, MA SONO COMUNQUE DIVERTITI DALL’INGLESE DI CARMELO, E FORSE NON SOLTANTO DAL SUO INGLESE. LA FIGURACCIA CHE HA FATTO CON LORO È ANCORA RECENTE. SI SCAMBIANO UNO SGUARDO D’INTESA, SORRIDENDO. | ||||||||||
VERONICA E FEDERICO COLGONO QUELLO SGUARDO, LA COSA DIVERTE ANCHE LORO MA NON POSSONO DARLO A VEDERE, CARMELO NON LO TOLLEREREBBE. | ||||||||||
FEDERICO DECIDE DI PRENDERSI UN’ALTRA PICCOLA RIVINCITA SUL SOCIO, E SI AVVICINA A CARMELO. | ||||||||||
3 | FEDERICO (ALZANDO LA COPPA A SUA VOLTA VERSO I RUSSI)
I wish this could be only the first step towards a close partnership between our societies. Let’s a toast to the contract! |
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CARMELO FA APPARENTE BUON VISO A CATTIVO GIOCO, E INCASSA SORRIDENDO. | ||||||||||
TUTTI BEVONO SODDISFATTI. INTANTO ANGELINA HA PORTATO, E POGGIATO SU UN TAVOLO ELEGANTEMENTE APPARECCHIATO PER UN BUFFET, VASSOI DI STUZZICHINI SALATI E ALTRE BONTÀ. I RUSSI VI SI AVVICINANO, E INIZIANO A MANGIARE GOLOSI PARLOTTANDO FRA LORO. | ||||||||||
ANCHE VERONICA E FEDERICO SI AVVICINANO ALLA TAVOLA IMBANDITA, E INTANTO CHIACCHIERANO SOTTOVOCE SORRIDENDOSI. | ||||||||||
CARMELO, CHE STA CONSEGNANDO LA SUA COPPA AD ANGELINA CHE PASSA A RACCOGLIERLE, NON SENTE CIÒ CHE FEDERICO E VERONICA SI STANNO DICENDO, MA NON GRADISCE LA LORO INTIMITÀ. TEME ANCHE CHE POSSANO ESSERE COMPLICI CONTRO DI LUI. MANTENENDO UNA CALMA ESTERIORE CHE NON FA TRASPARIRE I SENTIMENTI CHE GLI RIBOLLONO DENTRO – GELOSIA VERSO VERONICA E L’INTESA CHE DIMOSTRA CON FEDERICO, E DISPREZZO PER FEDERICO CHE OSA METTERSI CONTRO DI LUI – SI AVVICINA LORO CON UN SORRISO ACCONDISCENDENTE. | ||||||||||
4 | CARMELO
E chi me lo doveva dire, che quest’uomo qui doveva darmi tante soddisfazioni… Caro Federico, le mie felicitazioni per un successo cui tu hai contribuito in modo eccellente. Bravo. |
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5 | FEDERICO (PICCATO)
Tutto merito della tua esperienza… |
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6 | CARMELO (SORNIONE)
E che ci trasi? In certi affari l’esperienza conta fino a un certo punto. Conta di più quello che hai dimostrato tu. Sei competente, e anche modesto. |
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CARMELO DÀ UNA PACCA SULLA SPALLA A FEDERICO, MENTRE VERONICA SEGUE INCURIOSITA QUELLO SCAMBIO, ADDENTANDO UNO STUZZICHINO | ||||||||||
7 | FEDERICO
Non m’eri sembrato di questo avviso, o ricordo male? |
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8 | CARMELO
Fissarie… e che, nemmeno uno scatto di nervi si può avere? Sai, alla mia età ci si stanca, e i nervi cedono. Tu, invece, così giovane e così vigoroso… |
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9 | FEDERICO (IRONICO)
Se quello era uno scatto di nervi… |
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10 | CARMELO (PACIFICANTE)
Federì, basta col passato, io ti stimo e tu lo sai. Dài, che oggi si festeggia… |
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CARMELO INTERCETTA ANGELINA CHE STA PASSANDO CON ALTRE COPPE PIENE DI CHAMPAGNE SU UN VASSOIO, NE PRENDE DUE E LI PORGE A VERONICA E FEDERICO, POI NE PRENDE UNA PER SÉ | ||||||||||
11 | CARMELO (DI NUOVO SOLENNE)
…e se mi permetti, brindo a questa preziosa figura di imprenditore che io ho soltanto, modestamente parlando, avuto il merito di scoprire… |
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12 | FEDERICO (IRONICO)
Non avevo capito che mi apprezzassi tanto… mi deve essere sfuggita qualcosa… |
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13 | CARMELO (IGNORANDO IL TONO DI FEDERICO E ASSUMENDONE UNO TALMENTE CARICO DA RIVELARSI PATETICO)
…e brindo pure a noi tre… Veronica cara, Federico, ne abbiamo passate tante, eppure eccoci, comunque uniti come una famiglia, ed è questo quello che conta… |
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FEDERICO È SPIAZZATO DALLE PAROLE DI CARMELO, RARAMENTE LO HA VISTO COSÌ BEN DISPOSTO E REMISSIVO, NON SE LA SENTE DI INFIERIRE ANCORA NONOSTANTE CONTINUI A ESSERE RISENTITO. ACCETTA IL BRINDISI | ||||||||||
14 | FEDERICO (ALZANDO LA COPPA VERSO QUELLA DI CARMELO)
A noi tre allora, al nostro sodalizio e ai nostri futuri successi… |
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15 | VERONICA (RIVOLGENDO IL SUO SGUARDO DI TOTALE AMMIRAZIONE A FEDERICO)
E a quanto sapremo fare insieme… |
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CARMELO COGLIE LO SGUARDO DI VERONICA, E IL SOTTINTESO NELLE SUE PAROLE. | ||||||||||
CHIUDI SU CARMELO, LIVIDO DI GELOSIA A QUELLE PAROLE DI VERONICA. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 04 | M4 | 1’30” | FICO D’INDIA (RISTORANTE)
MARTA RANDAZZO FELICE RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA ROBERTA GIUFFRIDA CLIENTI N/S
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FELICE STA APPARECCHIANDO I TAVOLI DEL RISTORANTE MENTRE MARTA GLI VA DIETRO INFERVORATA NEL SUO RACCONTO. | ||||||||||
1 | MARTA
L’avevi avvidiri… cinquant’anni di cristiano… con una ragazzina, era. Che a vederlo manco ci credevo. |
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2 | FELICE (INDIFFERENTE)
Passami quei bicchieri… |
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MARTA NON DÀ SEGNO DI AVERLO SENTITO, FELICE LA GUARDA TORVO E SBUFFANDO VA A PRENDERLI DA SÉ. | ||||||||||
3 | MARTA
Scimunita pareva, ferma in mezzo alla strada. Le macchine si fermarono, ma manco le vitti… |
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4 | FELICE (IRONICO)
E solo così, potevi fermarle…
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5 | MARTA
Che vergogna! E dire che sembrava tanto a modo… dovevi vederlo, un gallo era… con una ragazzina… so’ nanno, poteva essere. |
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FELICE CONTINUA A DARSI DA FARE, SEGUITO PASSO PASSO DALLA SORELLA CHE LO INTRALCIA. | ||||||||||
6 | MARTA
E chidda! Una minigonna che manco si vedeva che ce l’aveva e una maglietta che ci – si – vedeva – tutto! Ancora carusa, e già vistuta accussì… |
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COSÌ DICENDO, MARTA TOGLIE DA UNA TAVOLA DELLE POSATE CHE FELICE AVEVA APPENA SISTEMATO. | ||||||||||
FELICE COMINCIA A NON POTERNE PIÙ. NELL’ASSOLUTA INDIFFERENZA DI MARTA, LE STRAPPA DALLE MANI LE POSATE E VA A RIMETTERLE DOV’ERANO. | ||||||||||
7 | MARTA (SIBILANDO)
Te lo dico io cos’è quello, un porco è… pervertito… depravato della peggiore specie… di quelli ca parono tanto per bene, e poi… |
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FELICE, AL MASSIMO DELLA SOPPORTAZIONE, STA PER SBOTTARE QUANDO VEDE ENTRARE RUGGERO E LA RAGAZZA. INTERDETTO, LI FISSA. MARTA SI ACCORGE DELLA FISSITÀ DEL FRATELLO, NE SEGUE LO SGUARDO E VEDE ANCHE LEI LA COPPIA APPENA ENTRATA. | ||||||||||
8 | MARTA (SOTTOVOCE A FELICE, A DENTI STRETTI)
E questo è troppo! Fuori di qui faccia pure il porco quanto vuole, ma qui piede non ce ne deve mettere. Albergo onorato, è questo… |
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FELICE FA APPENA A TEMPO A SENTIRE LE ULTIME PAROLE DELLA SORELLA, CHE LEI SI È GIÀ FIONDATA BATTAGLIERA SU RUGGERO, IL QUALE PERÒ LA ACCOGLIE CON UN SORRISO DOLCISSIMO, UNO DI QUELLI CUI PRIMA DELLA SCOPERTA MARTA NON SAPEVA RESISTERE. | ||||||||||
9 | RUGGERO
Cara Marta, vederla è sempre un piacere… |
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RUGGERO PRENDE FRA LE SUE UNA MANO DI MARTA, LE FA IL BACIAMANO. | ||||||||||
10 | RUGGERO (FALSO)
E come la trovo bene oggi, che bell’aspetto… |
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FELICE GUARDA DA LONTANO, SA CHE MARTA È LÌ LÌ PER SBOTTARE, QUANDO… | ||||||||||
11 | RUGGERO
Ma mi permetta di presentarle questa bella ragazza… Signorina Marta, lei è Roberta, mia figlia. |
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POCO CI MANCA CHE MARTA SVENGA.
CHIUDI SULL’ESPRESSIONE SCONVOLTA E STUPEFATTA DI MARTA. |
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• | 098 | / | SC 05 | M4 | 1’50” | LOC. INT. CASA TUCCIO
TUCCIO CUTO’ NINA FAILLA
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SUL VISO DI NINA, SEDUTA A UNA DELLE SEDIE INTORNO AL TAVOLO, I SEGNI DI UN PIANTO RECENTE. LA DONNA TIENE FRA LE MANI UN FAZZOLETTO TUTTO SGUALCITO E UMIDO, CON CUI GIOCHERELLA MENTRE PARLA.
TUCCIO, IN PIEDI APPOGGIATO CON LE SPALLE ALLA FINESTRA, L’ASCOLTA. |
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1 | NINA
Molte cose non me le posso più permettere… Prima ogni tanto a teatro ci andavo, o al cinema… adesso niente… |
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2 | TUCCIO (QUASI TRA SÉ)
Io a teatro mai ci sono stato… |
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3 | NINA (NON COGLIE)
Faccio fatica a pagare i conti a fine mese. Quelli che ancora mi fanno credito, lo fanno in memoria di tuo padre. Niente m’è rimasto, nemmeno la casa… |
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4 | TUCCIO (INCURIOSITO)
E allora dove stai? |
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5 | NINA (CONTENTA DI AVERE L’INTERESSE DI TUCCIO, GUARDANDOLO)
Dove sto? In una casa che manco casa si può chiamare, di quantu è nica… e sono mesi che il condominio non posso pagarlo… per la paura di incontrare qualcuno che me ne può chiedere i soldi, nemmeno esco. Io, Nina Failla, ridotta così… |
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TUCCIO, SILENZIOSO, È IMPIETOSITO DAL RACCONTO DELLA DONNA. NINA, OCCHI BASSI, PREPARA L’AFFONDO. POCHI SECONDI DI SILENZIO, POI… | ||||||||||
6 | NINA
Tutti sono spariti, tutti. Morto Rocco, nessuno più s’è visto. Anche quel tuo don Mariano che diceva di essere così grande amico di tuo padre… |
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A SENTIRE NOMINARE MARIANO SCAFFIDI, TUCCIO SI TENDE, GUARDINGO. | ||||||||||
7 | NINA
Lo sapeva, don Mariano, che Rocco sola mi lasciò, ma nemmeno un dito mosse, mai mi aiutò, mai si ricordò di me… |
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8 | TUCCIO (A DISAGIO)
Ma che ci trasi don Mariano? A iddu non c’attoccava… |
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9 | NINA (IN UN SOSPIRO)
E tu c’avresti pure ragione. Ma certe cose tu non le sai… |
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NINA NON PROSEGUE. SILENZIOSA, FA SEGNO DI NO CON LA TESTA. COME A DIRE NON POSSO DIRTELO, MEGLIO TACERE. LA SUA MOSSA SORTISCE L’EFFETTO DESIDERATO. | ||||||||||
TUCCIO SI AVVICINA AL TAVOLO, SI PARA DAVANTI ALLA DONNA, LE MANI STRETTE SULLA SPALLIERA DI UNA SEDIA. | ||||||||||
10 | TUCCIO (FERMO)
Cosa, non so? Cosa viene a significare questo discorso? |
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NINA CON GESTI LENTI SI PORTA AGLI OCCHI IL FAZZOLETTO, ASCIUGA QUALCHE LACRIMA CHE FINGE DI VERSARE, POI CON UN SOSPIRO… | ||||||||||
11 | NINA
Tu mi costringi a dire qualcosa che avrei preferito tenere per me… |
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12 | TUCCIO
Di mia ti po’ fidari… |
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13 | NINA
Tuo padre, bonanima, aveva messo da parte dei soldi, pi mia, che quando lui non c’era più, io ci dovevo campare. Li aveva affidati agli amici so’, in primis don Mariano. |
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NINA SCOPPIA A PIANGERE, SOMMESSAMENTE | ||||||||||
14 | NINA
Quando Rocco murì, quelli se li negarono, fino all’ultimo soldo. Niente ne ho visto, niente… senza niente m’hanno lasciata… |
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TUCCIO È COLPITO DAL RACCONTO DELLA DONNA, LE CREDE, MA PREFERISCE NON ACCENNARE A MARIANO SCAFFIDI. | ||||||||||
15 | TUCCIO
Ma c’avrai altri soldi, una pensione… |
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16 | NINA (AMARA)
Non sono vedova, pensione non me attocca… |
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17 | TUCCIO (AFFETTUOSO)
E come campi? |
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18 | NINA (FINENDO DI ASCIUGARSI GLI OCCHI)
E come campo… tutto mi vinnì… dovevo pur mangiare. M’è rimasto solo qualcosa, gioielli piccoli, di poco valore… ogni tanto ne vendo uno, e vado avanti… |
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FATTA QUEST’ULTIMA CONFIDENZA, COME SOMMERSA DAL PESO DELLA SUA INFELICITÀ E DALLA VERGOGNA, NINA SI ALZA, PRENDE LA BORSA CHE ERA POGGIATA SU UNA SEDIA. | ||||||||||
19 | NINA
Minni vaiu, che tu le tue cose c’hai da fare, non puoi stare appresso a me… |
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CON UNO SGUARDO DIMESSO FA UNA CAREZZA A TUCCIO, E VA PER APRIRE LA PORTA. TUCCIO LA FERMA. | ||||||||||
20 | TUCCIO
Aspetta… |
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INFILA UNA MANO IN TASCA, NE PRENDE ALCUNE BANCONOTE DA 100 EURO, LE METTE PIEGATE FRA LE MANI DI NINA. | ||||||||||
21 | TUCCIO
Solo questo c’ho adesso, ma se aspetti cinque minuti vado a prenderne altri… |
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22 | NINA (GUARDANDO I SOLDI IN MANO)
No, figlio mio, questo mi basta. Nemmeno questo dovevi. Ma ci pago il condominio, e lavo la vergogna. Sei un bravo picciotto, Tuccio. Grazie. |
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DETTO QUESTO, CON ATTEGGIAMENTO MATERNO NINA GLI DA UN BACIO SU UNA GUANCIA.
DOPO UN ULTIMO SGUARDO AL RAGAZZO E UN ULTIMO SORRISO VELATO DI LACRIME, NINA APRE LA PORTA ED ESCE. |
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CHIUDI SU TUCCIO IMMALINCONITO DALLA PATETICA INFELICITÀ DI QUELLA DONNA CUI IN FONDO È AFFEZIONATO. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 06 | M4 | 1’05” | FICO D’INDIA (RISTORANTE)
MARTA RANDAZZO RUGGERO GIUFFRIDA FELICE RANDAZZO ROBERTA GIUFFRIDA CLIENTI N/S
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ROBERTA E RUGGERO SONO SEDUTI A UN TAVOLO. RUGGERO VERSA DEL TÈ IN UNA TAZZA ALLA FIGLIA. | ||||||||||
ROBERTA GUARDA I FICHI D’INDIA PITTURATI ALLE PARETI, POI GIRA LO SGUARDO SCHIFATO INTORNO. NOTA CHE MARTA LA STA FISSANDO. | ||||||||||
1 | ROBERTA (A VOCE ALTA, RIDACCHIANDO)
Ma li hai visti quei cosi pacchiani? E le lampade? Oddio, che gusti orridi… |
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MARTA LA FULMINA CON GLI OCCHI. | ||||||||||
2 | RUGGERO (FINTAMENTE SEVERO)
Robi, non essere sgradevole… (ABBASSANDO LA VOCE) è solo un posto di provincia… |
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3 | ROBERTA (INSOLENTE)
Appunto! Me lo spieghi che ci stiamo a fare qui? Quand’è che ce ne andiamo? |
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4 | RUGGERO
Presto… presto… ancora un po’ di pazienza… |
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5 | ROBERTA
Si, e pure qualche miracolo!… tipo che mamma non fa più la preside e se ne torna pure lei a Catania! |
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6 | RUGGERO
Beh, in questo non ci spererei, visto quanto ha sgobbato per vincere il concorso… |
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7 | ROBERTA
E proprio qui doveva venire? |
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8 | RUGGERO (PAZIENTE)
Qui c’era un posto disponibile… |
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9 | ROBERTA (TORNANDO ALLA CARICA)
Sarà… però io in questo cesso di posto non ci sto. Quand’è che ce ne andiamo? |
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FELICE, CHE PASSAVA VICINO AL TAVOLO DEI DUE GIUFFRIDA, SENTE L’ESPRESSIONE DELLA RAGAZZA. LA GUARDA INTERDETTO, QUINDI RAGGIUNGE MARTA DIETRO IL BANCONE. | ||||||||||
RUGGERO NOTA LO SGUARDO DI FELICE, TENTA DI AMMANSIRE LA FIGLIA. | ||||||||||
10 | RUGGERO (QUASI SOTTOVOCE)
Te l’ho detto, appena possibile… prima però dovremo parlare con tua madre, sentire che ne pensa… convincerla… |
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11 | ROBERTA (MIELOSA)
Ma tu sarai bravo a convincerla, vero papi? |
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12 | RUGGERO (COMPLICE)
Beh, posso riuscirci… Siamo qui per questo, no? |
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ROBERTA ESPLODE IN UN ENTUSIASMO SPROPOSITATO, ALZA LE BRACCIA E LE AGITA COME FOSSE ALLO STADIO. RUGGERO SORRIDE. | ||||||||||
MARTA, CHE NON HA PERSO UNA PAROLA DI TUTTO IL DIALOGO, GUARDA LA RAGAZZINA SDEGNATA. FELICE INVECE HA UN’ESPRESSIONE RASSEGNATA, COME A DIRE “PURE QUI ME LI DEVO SOPPORTARE, I RAGAZZI”. | ||||||||||
13 | ROBERTA (FELICE, AL PADRE)
E vai! Ce ne torniamo a Catania, io e il mio paparone! Ma ci pensi?… Liberi, senza quella rompiscatole a dirci cosa possiamo o non possiamo fare… Catania, aspettaci… |
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CHIUDI SULL’ESPRESSIONE DI ROBERTA, CERTA CHE SUO PADRE LA RIPORTERÀ IN CITTÀ. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 07 | M4 | 1’30” | CASA ALTAVILLA (SALONE)
FEDERICO ALTAVILLA VERONICA ALTAVILLA
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GLI OSPITI SONO ANDATI VIA. FEDERICO SI ALLENTA IL NODO DELLA CRAVATTA, APRE IL COLLETTO DELLA CAMICIA E SPROFONDA IN UNA POLTRONA. VERONICA È IN PIEDI VICINO ALLA VETRATA CHE DÀ SUL GIARDINO, GUARDA FUORI PERSA NEI SUOI PENSIERI. | ||||||||||
1 | FEDERICO (STANCO)
Uff… finalmente se ne sono andati… non ne potevo più di sorridere ed essere cordiale. |
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VERONICA, A QUELLE PAROLE, SI GIRA. GLI SORRIDE COMPIACIUTA. | ||||||||||
2 | FEDERICO (AMMIRANDO IL SALONE)
Avranno pure i soldi, ma li hanno fatti da poco… li hai visti come si guardavano intorno? Si vede che a certe cose non sono abituati… |
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VERONICA SI AVVICINA, VA A SEDERSI SU UN BRACCIOLO DELLA POLTRONA DOV’È SEDUTO FEDERICO. | ||||||||||
3 | VERONICA (INDULGENTE)
Chi, i nostri cari russi?… dagli tempo, e vedrai… piuttosto, come t’è sembrato Carmelo? Io l’ho visto molto soddisfatto |
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VERONICA PRENDE UN SORSO DI CHAMPAGNE DALLA COPPA CHE TIENE IN MANO. | ||||||||||
4 | FEDERICO
Soltanto soddisfatto? |
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5 | VERONICA
Già, in realtà gongolava… |
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6 | FEDERICO
Era da un po’ che non lo vedevo così… forse neanche il giorno del suo matrimonio era tanto elettrizzato… |
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7 | VERONICA (IRONICA)
Com’è che pensando a Carmelo pensi a matrimonio?… |
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PER UN ISTANTE LO SGUARDO DI FEDERICO SI FA DURO, MA NON VUOLE COGLIERE LA PROVOCAZIONE DI VERONICA, LA FA CADERE. | ||||||||||
8 | VERONICA (CAMBIA TONO, DIVENTA DOLCE)
Tu, piuttosto… posso farti i complimenti? |
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9 | FEDERICO (SORRIDENDO COMPIACIUTO)
Se proprio devi… |
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10 | VERONICA
Non devo, te li meriti… sei stato superbo, oggi. Anche Carmelo non ha potuto fare a meno di notarlo, e di complimentarsi… |
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11 | FEDERICO
Beh, in realtà i suoi complimenti non me li aspettavo proprio… dopo quello che è successo… |
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12 | VERONICA
Lo sai, Carmelo ha un pessimo carattere, ma non si può negare che sia un vero uomo d’affari… sa apprezzare chi produce risultati… |
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VERONICA BEVE UN ALTRO SORSO DI CHAMPAGNE MANGIANDOSI FEDERICO CON GLI OCCHI | ||||||||||
13 | VERONICA
E sa perfettamente che senza te non avrebbe concluso di certo… |
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14 | FEDERICO (SORRIDENDO AUTOIRONICO)
Bene, grazie… continua così e fra poco il mio ego compiaciuto sfonderà il soffito… |
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VERONICA SORRIDE DIVERTITA. FEDERICO SI FA PENSIEROSO. | ||||||||||
15 | FEDERICO (CONCENTRATO)
Piuttosto, non è il caso di crogiolarsi troppo. Siamo riusciti a firmare due ottimi affari, ma questo è solo l’inizio… |
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FEDERICO ALZA LO SGUARDO VERSO VERONICA, SEMPRE LÌ APPOLLAIATA ACCANTO A LUI. LA GUARDA NEGLI OCCHI. | ||||||||||
16 | FEDERICO
Prevedo grandi successi… (PAUSA) e grande impegno… tu ci sei, vero? |
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17 | VERONICA (CHE NON PENSA SOLO AI FUTURI AFFARI INSIEME)
Io? Certo… sempre!… |
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CHIUDI SULLO SGUARDO INTENSO DI VERONICA, SEMPRE PIÙ PRESA DAL GIOVANE FIGLIASTRO. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 08 | P4 | 0’40” | LOC. EST. VILLA SCAFFIDI
TUCCIO CUTO’ ELEONORA SCAFFIDI
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NOTA PER LA PRODUZIONE
La villa degli Scaffidi è una vecchia masseria di campagna, ristrutturata con buon gusto, che sorge su una collina da cui si domina un bel panorama. Diventerà una location importante della nostra storia, di sicuro e frequente utilizzo futuro.
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IMMAGINI IN MOVIMENTO CI CONDUCONO FINO ALL’ESTERNO DI VILLA SCAFFIDI, E STABILISCONO IL PASSAGGIO TEMPORALE AL POMERIGGIO E LA NUOVA LOCATION.
TUCCIO, PRESSO LA PORTA DI VILLA SCAFFIDI SI GUARDA INTORNO INTIMIDITO E NERVOSO. ESITA. INTANTO CONTROLLA IL NODO DELLA CRAVATTA, DISATTIVA LA SUONERIA DEL CELLULARE. QUANDO FINALMENTE SI DECIDE A BUSSARE, LA PORTA SI SPALANCA E TUCCIO, STUPITO, RESTA PER UN MOMENTO CON IL BRACCIO ALZATO VERSO IL BATTENTE. APPARE UNA GIOVANE DONNA, PANTALONI CHIARI, SCARPE DA VELA E GIUBBOTTO LEGGERO ANTIVENTO. |
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LA DONNA, CHE NON LO HA ANCORA VISTO, FA PER TIRARE A SÉ LA PORTA QUANDO SI SCONTRA QUASI FACCIA A FACCIA CON TUCCIO. SOBBALZA. | ||||||||||
1 | ELEONORA
Oddio, mi scusi, non l’avevo vista… |
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2 | TUCCIO
Mi scusi lei, forse l’ho spaventata… |
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3 | ELEONORA (UNA MANO SUL CUORE)
Sì, giusto un po’… |
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TUCCIO GUARDA AMMIRATO QUELLA RAGAZZA COSÌ SEMPLICE E DIRETTA. | ||||||||||
4 | ELEONORA (LO SCRUTA CON DISCREZIONE)
Dimenticavo le buone maniere… Posso aiutarla? Sta cercando qualcuno?… |
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5 | TUCCIO
Si, io cercavo… |
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6 | ELEONORA
Mio padre, immagino… qui viviamo soltanto noi… |
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7 | TUCCIO (SORRIDENDO)
Se lei è la figlia, allora sì… |
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8 | ELEONORA (FACENDO SEGNO A TUCCIO DI SEGUIRLO ALL’INTERNO)
Venga, glielo chiamo |
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TUCCIO ENTRA IN CASA | ||||||||||
CUT TO: | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 09 | P4 | 1’10” | LOC. INT. VILLA SCAFFIDI
TUCCIO CUTO’ MARIANO SCAFFIDI ELEONORA SCAFFIDI
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TUCCIO ED ELEONORA SONO ADESSO NEL SALONE DELLA VILLA, IMMERSO NELLA PENOMBRA. | ||||||||||
1 | ELEONORA (ACCENNANDO A UN DIVANO)
Si accomodi pure, vado a chiamarlo. |
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TUCCIO, A DISAGIO, RESTA IN PIEDI LÌ DOVE ELEONORA L’HA LASCIATO. ELEONORA VA VERSO UNA PORTA, MA SUBITO TORNA INDIETRO. | ||||||||||
2 | ELEONORA (SORRIDENDO)
Ehm… non le ho chiesto il nome… lei è il signor? |
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3 | TUCCIO
Gli dica che c’è Tuccio Cutò, per favore |
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ELEONORA S’AVVIA VERSO UNA DELLE PORTE CHE APRONO SUL SALONE, ED ESCE DI SCENA. | ||||||||||
TUCCIO, IN PIEDI, SI GUARDA INTORNO. L’ARREDAMENTO È SOBRIO, MA I DIVERSI ANIMALI IMPAGLIATI SPARSI NEL SALONE (LEPRI E FURETTI SULLE MENSOLE DELLA LIBRERIA, TESTE DI CERVI E GAZZELLE INCORNICIATE ALLE PARETI) LO COLPISCONO, HANNO UN CHE DI SINISTRO. | ||||||||||
ELEONORA, NON SENTITA, RIENTRA NEL SALONE E SI AVVICINA A TUCCIO CHE, DI SPALLE, È ANCORA INTENTO A OSSERVARE GLI ANIMALI. | ||||||||||
4 | ELEONORA
Non ci faccia caso, a quei cosi lì… |
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TUCCIO SOBBALZA E SI GIRA | ||||||||||
5 | ELEONORA
Lo dico sempre, a mio padre, di farli sparire, ma lui no, vuole tenerli… |
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6 | TUCCIO (NON SAPENDO CHE DIRE)
Sono… strani… |
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7 | ELEONORA (CON UN SORRISO DA COMPLICE)
Strani o no, le consiglio di non parlarne con papà, o dovrà sorbirsi il racconto delle sue spedizioni… |
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TUCCIO ANNUISCE SORRIDENTE, IL MODO DI FARE DI ELEONORA LO METTE A SUO AGIO | ||||||||||
8 | ELEONORA (RICAMBIANDO IL SORRISO)
Bene, adesso devo andare. A presto, signor Cutò. |
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9 | TUCCIO (NUOVAMENTE IMBARAZZATO)
Arrivederla, signorina Scaffidi… |
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ELEONORA ESCE. TUCCIO, RIMASTO SOLO, NOTA DELLE FOTO INCORNICIATE SU UN CASSETTONE, VI SI AVVICINA. PER OSSERVARNE MEGLIO UNA, LA PRENDE IN MANO: È UN BEL RITRATTO DI ELEONORA. | ||||||||||
ENTRA MARIANO SCAFFIDI, SENZA CHE TUCCIO SE NE ACCORGA | ||||||||||
10 | MARIANO
Tuccio, che piacere vederti a casa mia… |
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TUCCIO SI VOLTA. HA ANCORA IN MANO LA FOTO DI ELEONORA. ALLUNGA UN BRACCIO PER SISTEMARLA DOV’ERA, POI SI AVVICINA VERSO DON MARIANO. TENDE UNA MANO, MA DON MARIANO LO ABBRACCIA. | ||||||||||
11 | TUCCIO (DEFERENTE E INTIMORITO)
È un onore per me, don Mariano… |
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MARIANO SCAFFIDI SI AVVIA VERSO UN DIVANO, FA CENNO A TUCCIO DI SEGUIRLO. | ||||||||||
12 | MARIANO
Amunì, assettati… |
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I DUE UOMINI SI SIEDONO AI DUE LATI DI UN DIVANO. DAPPRIMA SI ACCOMODA SCAFFIDI, POI SIEDE ANCHE TUCCIO. | ||||||||||
13 | MARIANO (SEDENDOSI)
Ragione hai, Tuccio… questo è un onore che soltanto pochi meritano… solo gli amici sono ammessi in casa mia… |
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MARIANO GUARDA TUCCIO CON UNO SGUARDO CARICO DI SIGNIFICATO. | ||||||||||
CHIUDI SU TUCCIO TURBATO DA QUELLO SGUARDO E DA QUELLE PAROLE, E DA TUTTI I SIGNIFICATI SOTTESI… | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 10 | P4 | 2’00” | FICO D’INDIA (RECEPTION)
FELICE RANDAZZO MARTA RANDAZZO ANNA MARIN CLIENTE CORPULENTO N/S
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AL BANCO DELLA RECEPTION, UN CLIENTE E FELICE TRATTANO SU UNA CAMERA MENTRE MARTA, DIETRO LORO LEGGERMENTE IN DISPARTE, SEMBRA CONCENTRATA NELLA LETTURA DI DOCUMENTI. | ||||||||||
1 | FELICE (GUARDANDO IL REGISTRO)
Singola?… ecco, ne è rimasta solo una… singola con bagno… |
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2 | CLIENTE
Bene… grazie… la prendo… |
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FELICE PRENDE LA CHIAVE DALLA RASTRELLIERA, LA POGGIA SUL BANCONE. IL CLIENTE GLI PORGE IL DOCUMENTO, FELICE INIZIA A REGISTRARLO SUL MODULO. | ||||||||||
ARRIVA RUGGERO. INCURANTE CHE FELICE SIA IMPEGNATO A SCRIVERE, GLI SI RIVOLGE | ||||||||||
3 | RUGGERO (MOLTO SICURO DI SÉ)
Mi servirebbe una singola per stanotte, grazie… |
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MARTA, A SENTIRE LA VOCE DI RUGGERO, TENDE LE ORECCHIE MA FINGE DI CONTINUARE A LEGGERE. | ||||||||||
4 | FELICE (ALZANDO GLI OCCHI DAL MODULO)
Non ne abbiamo, tutte occupate… (E TORNA A CONCENTRARSI SUL MODULO) |
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5 | RUGGERO (CONTRARIATO)
Felice, per cortesia, controlli meglio! |
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6 | FELICE (RIVOLTO AL CLIENTE CORPULENTO)
Abbia pazienza… |
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IL CLIENTE ABBOZZA | ||||||||||
7 | FELICE (SPAZIENTITO, A RUGGERO)
Ho già controllato, non ce n’è! |
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8 | RUGGERO (ASPRO)
Veda come fare, a me serve una camera! |
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FELICE MANDEREBBE VOLENTIERI A QUEL PAESE RUGGERO, MA È UN CLIENTE, E MARITO DELLA PRESIDE… SA CHE NON LO PUÒ FARE… | ||||||||||
9 | FELICE (SOSPIRANDO)
L’unica cosa che posso fare è aggiungere un letto nella stanza della preside… così lei ha una camera, e un bel letto tutto per sé! Di singole, non ce n’è! L’ultima… |
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FELICE NON RIESCE A FINIRE LA FRASE, INTERROTTO DA MARTA CHE, DANDO UNA SPALLATA AL FRATELLO PER FARSI POSTO AL BANCONE DI FRONTE A RUGGERO, PRENDE IN MANO LA CHIAVE DELLA STANZA DESTINATA AL CLIENTE CORPULENTO. | ||||||||||
10 | MARTA (AL FRATELLO, TAGLIENTE)
L’ultima è sempre riservata per i migliori clienti… |
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FELICE E IL CLIENTE CORPULENTO LA GUARDANO ESTERREFATTI. | ||||||||||
11 | MARTA(A RUGGERO, CON VOCE MIELOSA)
Ecco la chiave della sua singola, Ruggero… non è necessario aggiungere alcun letto, ha una stanza tutta per sé… |
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12 | FELICE (SPIAZZATO)
Marta, ma che fai? |
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13 | CLIENTE CORPULENTO (ARRABBIATO)
Ehi, ma quella è la chiave della mia stanza… |
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14 | MARTA (AL CLIENTE CORPULENTO)
La sua stanza? E cu c’ha regalò? |
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15 | CLIENTE CORPULENTO
Ma insomma, c’ero prima io… la stanza è assegnata a me… Anche io sono un cliente, anche io ho diritto a un letto… |
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16 | MARTA (STRAFOTTENTE)
Ah, sì? Allora sa che facciamo? Un letto glielo faccio mettere in terrazza, e dorme lì. Tanto, con tutto quel lardo che c’ha addosso nemmeno freddo sente… |
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IL CLIENTE, A SENTIRSI APOSTROFATO COSÌ, SE NE VA OFFESO. | ||||||||||
FELICE, INCAPACE A PROFFERIRE PAROLA, GUARDA LA SORELLA, POI INIZIA A STRAPPARE IL MODULO CHE STAVA RIEMPIENDO. | ||||||||||
17 | RUGGERO (FALSO E ZUCCHEROSO)
Marta, lei è una certezza… vorrei sempre averla vicino, al momento del bisogno… |
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MARTA NON FA A TEMPO A GODERSI QUELLE PAROLE, CHE NELLA RECEPTION ARRIVANO ANNA E ROBERTA, LITIGANDO. FANNO POCHI PASSI VERSO L’INTERNO, POI SI FERMANO CONCENTRATE SUL LITIGIO. | ||||||||||
18 | ANNA (INDICANDO LA MINIGONNA DI ROBERTA) Ma guarda un po’ se devi andare in giro conciata così! Spudorata!… | |||||||||
19 | ROBERTA
Avrò diritto a vestirmi come mi piace, no? E poi, questa me l’ha comprata papà… |
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20 | ANNA
E non mettere sempre in mezzo tuo padre! Io sono tua madre, e ti proibisco di vestirti così… |
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21 | ROBERTA (PER NIENTE INTIMORITA DALL’AUTORITÀ MATERNA)
E basta co ‘sta solfa!… |
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RUGGERO SI AVVICINA ALLE DUE DONNE. | ||||||||||
22 | RUGGERO (CONCILIANTE)
Su, adesso smettetela di litigare… |
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LE DUE DONNE LO GUARDANO. | ||||||||||
23 | RUGGERO (AD ANNA)
Lo sai, le ragazze oggi vestono così, è normale, non è come ai nostri tempi… |
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POI, RIVOLTO ALLA FIGLIA… | ||||||||||
24 | RUGGERO
E tu? Ti sembra il modo di rispondere a tua madre? Non ha poi tanto torto, sai? |
|||||||||
ANNA È SOLLEVATA DA QUELLO CHE LEI CREDE UN AIUTO DI RUGGERO, MENTRE ROBERTA ABBASSA GLI OCCHI ANCORA PIÙ IMBRONCIATA. | ||||||||||
25 | RUGGERO (PRENDENDO LE DUE DONNE SOTTO BRACCIO E DIRIGENDOLE VERSO IL BAR)
Su, via quei musi adesso… venite, facciamoci fare un magnifico aperitivo… |
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MARTA E FELICE, SEMPRE DIETRO IL BANCO DELLA RECEPTION, HANNO SEGUITO TUTTA LA SCENA. ADESSO CHE SONO RIMASTI SOLI… | ||||||||||
26 | FELICE
Hai visto? Quei due non dormono più insieme… |
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27 | MARTA (CON ARIA PARTECIPE E FINTAMENTE ADDOLORATA)
E che vuoi farci, fratello mio, quando un matrimonio finisce, finisce… |
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D’IMPROVVISO MARTA SI RENDE CONTO CHE È DA UN PO’ CHE FELICE STA FERMO. | ||||||||||
28 | MARTA (AUTORITARIA)
Ancora tempo perdi? C’è la stanza di Ruggero da preparare… muoviti! |
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FELICE NON AVREBBE ALCUNA VOGLIA DI PREPARARE LA SINGOLA PER RUGGERO. | ||||||||||
29 | FELICE (SCONTENTO)
Si, la singola… E quello con la moglie dovrebbe dormire, che una femmina ha bisogno delle attenzioni del marito! |
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30 | MARTA (IRONICA)
Certo, tu che hai esperienza queste cose le sai… |
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FELICE LA GUARDA TORVO, SUA SORELLA NON PERDE OCCASIONE PER ESSERE ACIDA, MA NON GLI VA DI SCENDERE NEL PERSONALE. | ||||||||||
31 | FELICE (RASSEGNATO)
È che una donna, che guarda caso è anche una preside, la mia preside, più è felice e meno rompe le scatole… |
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MA MARTA, PERSA NEI SUOI PENSIERI, SE NE INFISCHIA DELLE MOTIVAZIONI DEL FRATELLO. | ||||||||||
32 | MARTA (FRA SÉ)
E un uomo, più è solo, più è da consolare… |
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COME RISVEGLIANDOSI DAI SUOI PENSIERI, E TEMENDO CHE IL FRATELLO L’ABBIA SENTITA, GLI SI RIVOLGE ACIDA… | ||||||||||
33 | MARTA
Ancora cca si? La stanza, devi andare a fare! |
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FELICE SBUFFANDO SI ALLONTANA. | ||||||||||
CHIUDI SULLO SGUARDO SOGNANTE DI MARTA CHE, APPOGGIATA AL BANCONE COL MENTO SU UNA MANO, PREGUSTA MOMENTI ROMANTICI CON RUGGERO… ADESSO CHE SA CHE NON VA DIETRO LE RAGAZZINE, E CHE NON DORME PIÙ CON LA MOGLIE… | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 11 | P4 | 1’45” | LOC. INT. VILLA SCAFFIDI (SALONE)
MARIANO SCAFFIDI TUCCIO CUTO’
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MARIANO E TUCCIO SONO SEDUTI AI DUE LATI DEL DIVANO. MARIANO È RILASSATO, APPOGGIATO ALLA SPALLIERA, UNA MANO SUL BRACCIOLO. TUCCIO INVECE È PROTESO IN AVANTI, LE BRACCIA APPOGGIATE SULLE GAMBE. STA RACCONTANDO L’INCONTRO CON NINA, LO SGUARDO DRITTO DAVANTI A SÉ. DON MARIANO LO ASCOLTA. | ||||||||||
1 | TUCCIO
Mi fici pena. Tutto quello che avevo in tasca, ci detti. Che poi non era assai, ma fu contenta. |
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2 | MARIANO (SEVERO)
Tu, picciotto di buon cuore, si. Ma prima di essere di buon cuore, bisogna capire chi si ha davanti. Ascuta a mia, la messa per tuo padre tutta ‘na farsa fu. |
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TUCCIO È SCONCERTATO, GUARDA DON MARIANO. | ||||||||||
3 | MARIANO
Tuo padre niente affidò, né a me né a nessuno, perché a quella donna tutto in vita gli diede. La vita della signora, le faceva fare. Anche la casa le aveva comprato, e gioielli a quanti ne voleva… |
|||||||||
SAPENDO DI TOCCARE UN TASTO DELICATO, LA VOCE DI DON MARIANO SI FA GRAVE | ||||||||||
4 | MARIANO
Ma tu, ti piaciu crisciri sulu? |
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5 | TUCCIO (IN DIFENSIVA)
E questo, cosa c’entra? |
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6 | MARIANO
C’entra, c’entra… Tuo padre assai sbagliò, cu tia e to soru. Che non si fanno crescere due figli piccoli… orfani… senza una fimmina, e però si fa fare la bella vita all’amante… |
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7 | TUCCIO (RISENTITO)
Mio padre, quello che poteva per noi l’ha fatto, niente ci fece mancare… |
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8 | MARIANO (SFERZANTE)
Sicuro sei? E faresti la vita che fai, se tuo padre veramente t’avissi pinsatu?… |
|||||||||
TUCCIO ABBASSA GLI OCCHI. SENTIRE QUEL DISCORSO GLI FA MALE | ||||||||||
9 | MARIANO
Un uomo è uomo, perché sapi comportarisi da omo. Tuo padre assai sbagliò, e pure ‘dda fimmina. Di rispetto, ti mancarono… Tuo padre maritarisi, doveva, e darvi un’altra madre… e spenderli per voi, i suoi soldi… |
|||||||||
DON MARIANO ALLUNGA UNA MANO, CON UNA CAREZZA PATERNA SOTTOLINEA IL SUO DISCORSO | ||||||||||
TUCCIO HA LA FACCIA LIVIDA. VORREBBE DIFENDERE IL PADRE, MA SENTE CHE DON MARIANO HA RAGIONE. | ||||||||||
10 | MARIANO
E io che invece ti rispetto, a ‘dda fimmina nemmeno di uno sguardo la degnai… Solo per chiederti soldi, venne… Tutto si mangiò, la casa e i piccioli. E ora che rimase povera, s’arricordò di Tuccio e venne a chianciri minestra… |
|||||||||
CHIUDI SULLO SGUARDO DURO DI TUCCIO, AMAREGGIATO PER LA VERITÀ CHE GLI SI È SVELATA SU SUO PADRE E VERGOGNOSO PER ESSERSI FATTO GIOCARE DA NINA. | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 12 | P4 | 1’3O” | FICO D’INDIA (BAR)
MARTA RANDAZZO ROBERTA GIUFFRIDA RUGGERO GIUFFRIDA ANNA MARIN
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ANNA, RUGGERO E ROBERTA SONO SEDUTI A UN TAVOLINO, DISCUTONO ANIMATAMENTE. DAVANTI A LORO, GLI APERITIVI CHE RUGGERO AVEVA PROPOSTO CON L’INTENZIONE DI PLACARE GLI ANIMI GIACCIONO INTATTI. | ||||||||||
1 | ANNA (DURA, A ROBERTA)
Quello che tuo padre ti ha concesso di fare a Catania in mia assenza non lo voglio nemmeno sentire. Adesso sei qui, e ci sono io. Da oggi si cambia, signorina. |
|||||||||
2 | ROBERTA (IMBRONCIATA)
Ma che ho fatto di male?… |
|||||||||
3 | ANNA
Che hai fatto? Ma ti sei vista? E la tua pagella, l’hai vista? |
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4 | ROBERTA (ALLARMATA)
Che ha la mia pagella, adesso? |
|||||||||
5 | ANNA (SEMPRE PIÙ INCALZANTE)
Che ha? Cosa non ha, dovresti dire… nemmeno un sei, c’è da vergognarsi… ma ci penso io a farti rigare dritto! |
|||||||||
EFFETTO SONORO: |
ROBERTA, NON TOLLERANDO PIÙ LA TIRATA DELLA MADRE, SI ALZA RABBIOSA (FACENDO CADERE LA SEDIA) E VA A SEDERSI AL TAVOLINO PIÙ LONTANO. | |||||||||
RUGGERO, INTERDETTO, LANCIA UN’OCCHIATA DI RIMPROVERO ALLA MOGLIE CHE, COSÌ FACENDO, NON GLI FACILITA LA VITA, E RAGGIUNGE ROBERTA. | ||||||||||
ROBERTA, TESTA SULLE BRACCIA APPOGGIATE AL TAVOLINO, STA PIANGENDO. I SINGULTI SI FANNO PIÙ RUMOROSI ALL’ARRIVO DEL PADRE, CHE SCOSTA UNA SEDIA E SI SIEDE CON LEI. | ||||||||||
6 | ROBERTA (ALZA GLI OCCHI SUL PADRE)
Papi… |
|||||||||
7 | RUGGERO (PORGE UN FAZZOLETTO ALLA FIGLIA)
Dai, asciugati… (PAUSA) ma ti rendi conto che così non ottieni niente? Non ti ci devi scontrare, con tua madre, che lei si fa ancora più dura… |
|||||||||
ROBERTA SI TIRA SU, RAVVIA I CAPELLI. SI APPOGGIATA ALLO SCHIENALE, A TESTA BASSA. | ||||||||||
8 | ROBERTA (TIRANDO SU COL NASO)
Si, ma l’hai sentita? |
|||||||||
9 | RUGGERO (PAZIENTE E PERSUASIVO)
L’ho sentita… però tu, vuoi tornare con me a Catania? |
|||||||||
10 | ROBERTA (GUARDANDO IL PADRE, SPERANZOSA)
Certo che voglio… |
|||||||||
11 | RUGGERO
Allora impara ad assecondarla almeno un po’. Lo so, è difficile, certe volte sembra un vigile urbano… |
|||||||||
ROBERTA SORRIDE. | ||||||||||
12 | RUGGERO
Ma se con lei vuoi ottenere qualcosa, devi imparare a cedere almeno un po’… (PAUSA, RUGGERO SORRIDE COMPLICE) o, almeno, a farglielo credere… |
|||||||||
ROBERTA, ILLUMINANDOSI, SI ALZA, VA ALLE SPALLE DEL PADRE, LO ABBRACCIA. SONO GUANCIA A GUANCIA… | ||||||||||
13 | ROBERTA
Papi, se non ci fossi tu… |
|||||||||
14 | RUGGERO (RISPONDENDO ALL’ABBRACCIO)
Ci sono, piccola… |
|||||||||
15 | ROBERTA (ANSIOSA)
Stasera non vai via, vero? Non mi lasci qui? |
|||||||||
16 | RUGGERO
Certo che no! Ho già prenotato la stanza, resto qui con te… però adesso torniamo da tua madre, e tu le chiedi scusa. |
|||||||||
INTANTO, IMPAZIENTE, SOPRAGGIUNGE ANNA. | ||||||||||
L’ABBRACCIO FRA ROBERTA E RUGGERO SI SCIOGLIE. RUGGERO SI ALZA, ADESSO È NUOVAMENTE FRA LE DUE DONNE. | ||||||||||
17 | RUGGERO (ALLA FIGLIA)
Roberta… C’è niente che devi dire a tua madre?… |
|||||||||
18 | ROBERTA (OCCHI A TERRA E VOCE FLEBILE)
Scusami, per prima… |
|||||||||
POI, GUARDANDO DRITTO NEGLI OCCHI LA MADRE E CON UN TONO DI VOCE PER NIENTE REMISSIVO… | ||||||||||
19 | ROBERTA
Però sappi che qui io non ci resto! |
|||||||||
CHIUDI SULLO SGUARDO DETERMINATO DELLA RAGAZZA, E SU QUELLO DURO DELLA MADRE: CHI DELLE DUE L’AVRÀ VINTA? | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 13 | N4 | 0’50” | LOC EST. LUNGOMARE E RISTORANTE (TERRAZZO)
NINA FAILLA TUCCIO CUTO’ CLIENTI N/S
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UNA PANORAMICA DEL LUNGOMARE E DELLE LUCI ACCESE PER LA NOTTE SEGNALANO IL PASSAGGIO TEMPORALE E LA NUOVA LOCATION. | ||||||||||
EFFETTO SONORO: |
LE IMMAGINI STRINGONO SU TUCCIO. CAMMINA SUL LUNGOMARE, IN SOTTOFONDO IL RUMORE DELLA RISACCA. IMMERSO NEI SUOI PENSIERI, HA L’ARIA ASSENTE. È IN PREDA A SENTIMENTI CONTRASTANTI. L’INCONTRO CON SCAFFIDI GLI HA RIAPERTO FERITE CHE LUI PENSAVA CHIUSE, O CHE NON VOLEVA CONSIDERARE. E GLI BRUCIA ESSERE STATO USATO DA NINA. | |||||||||
Nella sua testa, in audio flashback, risuonano frasi DI SCAFFIDI, E PEZZI DELLO SFOGO DI NINA.
MENTRE CAMMINA, LE VOCI SI INSEGUONO, COME FACESSERO UN UNICO DISCORSO SUL QUALE TUCCIO CONTINUA A RIMUGINARE. |
||||||||||
AUDIO FLASHBACK DA EP.98, SC.11: | MARIANO
Tuo padre assai sbagliò, cu tia e to soru… |
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AUDIO FLASHBACK DA EP.98, SC.5: | NINA
E quelli se li sono negati, fino all’ultimo soldo. Niente ne ho visto, niente… senza niente m’hanno lasciata… |
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AUDIO FLASHBACK DA EP.98, SC.11: | MARIANO
La vita della signora, le faceva fare. Anche la casa le aveva comprato, e gioielli a quanti ne voleva… |
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ALL’ALTEZZA DEL RISTORANTE (LO STESSO DI EP. 97, SC. 3), TUCCIO SI FERMA STUPITO. NINA, AGGHINDATA DI TUTTO PUNTO COME È SOLITA FARE, È SEDUTA A UN TAVOLO, DA SOLA. SGUARDO PERSO DAVANTI A SÉ, SORSEGGIA CHAMPAGNE DA UNA CALICE. HA UN PIATTO DI ARAGOSTA, DAVANTI. | ||||||||||
TUCCIO LA FISSA, AMARO. RIAFFIORANO ALTRI PEZZI DELLA CONVERSAZIONE CON SCAFFIDI | ||||||||||
AUDIO FLASHBACK DA EP.98, SC.11: | Ascuta a mia, la messa per tuo padre tutta ‘na farsa fu. | |||||||||
AUDIO FLASHBACK DA EP.98, SC.11: | Tutto si mangiò, la casa e i piccioli. E ora che rimase povera, s’arricordò di Tuccio e venne a chianciri minestra… | |||||||||
TUCCIO DECIDE DI AFFRONTARLA, VUOLE METTERLA DAVANTI A CIÒ CHE HA SCOPERTO, SCARICARLE ADDOSSO LA SUA RABBIA PER ESSERE STATO MANIPOLATO… | ||||||||||
MA UN MOTO DI TENEREZZA, E DI PIETÀ, LO PRENDE. COSA CI GUADAGNEREBBE, IN FONDO, DALL’AGGREDIRE QUELLA DONNA SOLA? | ||||||||||
CHIUDI SU TUCCIO CHE, IMPIETOSITO, DISTOGLIE LO SGUARDO DA NINA, E RIPRENDE A CAMMINARE LASCIANDOSELA ALLE SPALLE. | ||||||||||
*** |
• | 098 | / | SC 14 | N4 | 0’45” | CASA SERIO (CUCINA)
CARMELO SERIO CICCIO SERIO
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CARMELO, SEDUTO AL BANCONE DELLA CUCINA, È AL TELEFONO CON UNO DEI SUOI AVVOCATI. DAVANTI A LUI UN BICCHIERE DI VINO, DAL QUALE OGNI TANTO BEVE. | ||||||||||
1 | CARMELO (AL TELEFONO, ONE WAY)
…io a quello fra i piedi non ce lo voglio più…//…troppo il padrone fa… //… ma niente, è successo, niente… |
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INTANTO, ALLE SPALLE DI CARMELO, APPARE CICCIO. GIACCA E CASCO IN MANO, STAVA PER USCIRE QUANDO, SENTENDO IL PADRE AL TELEFONO, SI ACCOSTA INCURIOSITO ALLA SOGLIA. NASCOSTO, ASCOLTA. | ||||||||||
2 | CARMELO
e che mi viene a significare? Che quello me lo devo tenere ancora a scassarmi la minchia?… //…Tu ‘mbriacu si… |
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CARMELO ALZA IL TONO DI VOCE, CON UN PUGNO SUL BANCONE FA CADERE IL BICCHIERE. INIZIA A PASSEGGIARE NERVOSAMENTE PER LA CUCINA, IL TELEFONO SEMPRE ALL’ORECCHIO. | ||||||||||
3 | CARMELO
I cabasisi mi stai fannu firriari…/ /…trovale tu, le soluzioni, é per questo che ti pago!…/ /…il grande avvocato tu sei!… |
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CICCIO SI ALLONTANA DI UN PAIO DI METRI DALLO SPECCHIO DELLA PORTA, MA CONTINUA AD ASCOLTARE, IL GIOCO VALE LA CANDELA… | ||||||||||
4 | CARMELO
…il signor barone dalle palle mi devi togliere, u vo capiri o no?!…//…sai quanto me ne fotte delle conseguenze economiche!… |
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CICCIO ADESSO HA TUTTO CHIARO! CHIUDI SULLA SUA FACCIA SCHIFATA, E SULLA VOGLIA CHE HA DI VENDICARSI DI SUO PADRE… | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 15 | N4 | 1’35” | LOC. INT. CASA TUCCIO
LENA CUTO’ TUCCIO CUTO’
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TUCCIO, SOLO IN CASA, SI STA SPOGLIANDO. SFILATA LA CAMICIA DAI PANTALONI, STA COMINCIANDO A SBOTTONARLA. | ||||||||||
EFFETTO SONORO: | QUALCUNO BUSSA INSISTENTEMENTE ALLA PORTA. TUCCIO APRE, E VIENE INVESTITO DA UNA LENA FURIOSA. | |||||||||
1 | LENA (DURA):
E allora? Niente hai da dire? |
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TUCCIO NON SA ANCORA A COSA SI RIFERISCA LA SORELLA, COMUNQUE LO FA STARE A DISAGIO ESSERE APOSTROFATO COSÌ. SA DI STARLE NASCONDENDO PARECCHIO. | ||||||||||
2 | TUCCIO (SULLA DIFENSIVA)
Cosa dovrei dire? Di che parli? |
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3 | LENA
Di che parlo? Ti ho visto, sai, che abbracciavi quell’uomo… che stai facendo, me lo spieghi? |
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4 | TUCCIO
Niente, sto facendo. Era lì, alla messa, mi ha salutato… |
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LENA NON È PER NIENTE CONVINTA DELLA BLANDA SPIEGAZIONE CHE LE DÀ IL FRATELLO, MA HA BISOGNO DI CREDERGLI. CON LA TESTA FA SEGNO DI NO, LA VOCE SI INCRINA, LA RABBIA SEMBRA SPARITA D’UN COLPO. | ||||||||||
5 | LENA (ADDOLORATA)
Ma non ti basta il male che ci ha fatto nostro padre? niente hai imparato? Come lui vuoi diventare? |
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TUCCIO NON RISPONDE | ||||||||||
6 | LENA (IMPLORANTE, CON LE LACRIME AGLI OCCHI)
A te dico!… Come lui vuoi diventare? Non ti basta quello che già abbiamo passato? |
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TUCCIO, SCOSSO DALLA SOFFERENZA DELLA SORELLA, NON RIESCE A PARLARE. LE SI AVVICINA, L’ABBRACCIA.
LENA COMINCIA A DARGLI PUGNI SUL PETTO. |
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7 | LENA (PIANGENDO)
Lasciami… abbracciati al tuo don Mariano… |
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TUCCIO ABBRACCIA ANCORA PIÙ STRETTO LA SORELLA, LA FACCIA DI QUELLO CHE VORREBBE TORNARE INDIETRO E CAMBIARE TUTTO | ||||||||||
8 | LENA (CON VOCE SEMPRE PIÙ FLEBILE)
Lasciami… lasciami… |
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TUCCIO NON LA LASCIA, LENA SMETTE DI DARGLI PUGNI, ADESSO PIANGE SOLTANTO | ||||||||||
9 | LENA
No, pure tu no… non devi essere come a loro… |
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10 | TUCCIO (ACCAREZZANDO SUI CAPELLI LA SORELLA E QUASI BISBIGLIANDO)
Shhh… calmati… abbiamo fatto una vita di merda, noi due, ti pare che non lo so… |
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LENA TIRA SU COL NASO | ||||||||||
11 | TUCCIO
Non fu un buon padre, adesso l’ho capito. Ma tu non t’ha scantari. Io mia sorella non voglio che soffre… |
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LENA SI LIBERA DALL’ABBRACCIO, SI ASCIUGA GLI OCCHI COL DORSO DI UNA MANO, POI ALZA GLI OCCHI A GUARDARLO FISSO | ||||||||||
12 | LENA
Io solo a te ho… |
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13 | TUCCIO (SORRIDE TENERO)
Rassegnati, che tuo fratello per te sempre ci sarà… |
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LENA, RINFRANCATA, SI RIFUGIA ADESSO FRA LE BRACCIA DEL FRATELLO. | ||||||||||
IL VOLTO DI TUCCIO, NON VISTO DA LENA, È UNA MASCHERA DI SOFFERENZA. SA CHE SE QUALCUNO AL MONDO PUÒ FARE MALE A LENA, QUEL QUALCUNO È LUI.
CHIUDI SUL DOLORE DI TUCCIO. |
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• | 098 | / | SC 16 | N4 | 1’00” | LOC. EST. STRADA STATALE
CICCIO SERIO FEDERICO ALTAVILLA
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EFFETTO SONORO: |
CICCIO, CASCO IN TESTA, È IN SELLA AL SUO MOTORINO, LANCIATO LUNGO LA STATALE.
UNO STRANO RUMORE LO INDUCE A RALLENTARE, MA IL MOTORE INIZIA A PERDERE COLPI, E INFINE SI FERMA. |
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EFFETTO SONORO: |
CICCIO ACCOSTA. ATTENTO AL SOPRAGGIUNGERE DI EVENTUALI MACCHINE, PROVA VARIE VOLTE A GIRARE LA CHIAVETTA D’ACCENSIONE. | |||||||||
1 | CICCIO
E dai bello, accenditi… dai, non mi lasciare proprio qui… andiamo… |
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MA IL MOTORINO NON VUOLE RIPARTIRE. CICCIO, LIBERATOSI DEL CASCO, PRENDE LA RINCORSA, SALTA SULLA SELLA, PROVA ANCORA A METTERLO IN MOTO, MA NIENTE. AFFANNATO E SUDATO PER LA CORSA, DÀ UN CALCIO AL MOTORINO ISSATO SUL CAVALLETTO. | ||||||||||
2 | CICCIO (ANSIMANDO)
E vaffanculo, stronzo d’un motorino… |
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RIPRESO FIATO E RASSEGNATO ALL’IDEA DI DOVERLO TRASCINARE A SPINTA, CICCIO SI AVVIA SUL CIGLIO DELLA STRADA. | ||||||||||
ALCUNE MACCHINE LO SORPASSANO, POI UNA, DOPO AVERLO SORPASSATO, RALLENTA, SI FERMA, FA RETROMARCIA. | ||||||||||
CICCIO È UN PO’ IMPAURITO, MA NON VUOLE DARLO A VEDERE | ||||||||||
LA MACCHINA SI AFFIANCA, E DAL FINESTRINO CHE SI ABBASSA EMERGE IL VISO DI FEDERICO | ||||||||||
3 | FEDERICO
Ciccio, qualche problema? |
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4 | CICCIO (IRONICO)
Problemi? No! Sto solo portando a spasso il motorino… sai, la passeggiatina serale… |
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FEDERICO NON PUÒ CHE RIDERE… PARCHEGGIA LA MACCHINA A BORDO STRADA, ACCENDE LE QUATTRO FRECCE E SCENDE | ||||||||||
5 | FEDERICO (GUARDANDO IL MOTORINO)
Mi fai provare ad accenderlo?… |
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6 | CICCIO
Fai pure, tanto è morto… |
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7 | FEDERICO (FACENDO LO SBRUFFONE PER SDRAMMATIZZARE)
Macché morto! Ragazzo, è la tua serata fortunata, questa! Vedrai che fra poco resuscita… Sono un asso, coi motori! |
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8 | CICCIO (SCETTICO)
Un asso? Tu? Si, domani… |
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CHIUDI SULLA FACCIA DI FEDERICO, DIVERTITO DALLO SCETTICISMO CHE GLI DIMOSTRA IL POVERO CICCIO | ||||||||||
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• | 098 | / | SC 17 | N4 | 1’40” | FICO D’INDIA (RISTORANTE)
ANNA MARIN ROBERTA GIUFFRIDA FELICE RANDAZZO CLIENTI N/S
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ANNA E ROBERTA SONO A FINE CENA, ANCORA SEDUTE A TAVOLA PARLANO ANIMATAMENTE. IL LORO TONO DI VOCE È COMUNQUE SOMMESSO, ANNA NON CI TIENE A FARE SAPERE I FATTI LORO A TUTTO IL RISTORANTE. | ||||||||||
1 | ANNA
Ma insomma, ti sembra sia il caso di… |
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ANNA NON FINISCE LA FRASE, INTERROTTA DAL SOPRAGGIUNGERE DI FELICE CHE SI È AVVICINATO PER PORTARE VIA I PIATTI. NELL’IMPROVVISO SILENZIO, LO SGUARDO DI ANNA VERSO LA FIGLIA È MOLTO SEVERO. FELICE, RITIRATI I PIATTI, SGUSCIA VIA. | ||||||||||
2 | ANNA
Ti sembra sia il caso di conciarti così? Sembri una poco di buono, una ragazza di strada… |
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3 | ROBERTA (PICCATA)
Io mi concio come voglio, e tu non me lo puoi impedire… |
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ARRIVA AL TAVOLO FELICE, PORTA AD ANNA UNA TEIERA E UNA TAZZA, LI POSA SOPRA AL TAVOLO, FA PER ANDARE VIA… | ||||||||||
4 | ANNA (SFERZANTE, A FELICE)
Domani pomeriggio è fissato un consiglio straordinario, spero che i suoi impegni qui non la faranno mancare… |
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5 | FELICE (QUASI BALBETTANDO)
No… certo… ci sarò… |
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ROBERTA CAPISCE CHE FELICE LAVORA CON LA MADRE, E APPROFITTA DELL’OCCASIONE PER METTERLA IN DIFFICOLTÀ. SI VOLGE VERSO FELICE APPOGGIANDO IL SENO AL TAVOLO E FACENDO COSÌ ALLARGARE ULTERIORMENTE LA SCOLLATURA… | ||||||||||
6 | ROBERTA (A FELICE)
Vorrei una limonata… me la potrebbe fare?… |
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LO SGUARDO DELLA MARIN FULMINA LA FIGLIA, CHE IMPERTERRITA CONTINUA A FISSARE FELICE SORRIDENDO NELLA SUA POSA PROVOCANTE. | ||||||||||
7 | FELICE (IMBARAZZATO DA CIÒ CHE VEDE)
Una… limonata?… |
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8 | ROBERTA (ZUCCHEROSA)
Si, per favore… |
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QUALCHE ATTIMO DI SILENZIO, POI FELICE D’UN TRATTO COGLIE IL DOPPIO SENSO NELLE PAROLE DELLA RAGAZZA. | ||||||||||
9 | FELICE (A DISAGIO)
No, spiacente, non abbiamo limoni, finiti! Spremuti! Buttati! (FA DIETRO FRONT E SI ALLONTANA VELOCE) |
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10 | ANNA (FURIOSA, A ROBERTA)
Ma cosa ti salta in mente? Dove hai imparato questi modi? |
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11 | ROBERTA (SORRISO ANGELICO)
Perché, che ho fatto? |
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12 | ANNA
Mi vergogno io per te! Provocare un uomo! Alla tua età! E poi, un insegnante della mia scuola! Ma vuoi capirlo che io qui ho un incarico pubblico? Che qui mi conoscono tutti? |
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13 | ROBERTA (SORNIONA)
Appunto!… Costringimi a restare a Lumera, e vedrai!… |
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14 | ANNA (DI GHIACCIO)
Che vuoi dire? |
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15 | ROBERTA (SIBILANDO)
Io qui non ci resto un minuto di più. Con quel rospo lì ti ho solo dimostrato cosa ti aspetta, se mi costringi a stare qui… |
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ANNA È BASITA DALLE PAROLE E DAL COMPORTAMENTO DELLA FIGLIA, QUASI NON TROVA PIÙ ARGOMENTI PER REPLICARE | ||||||||||
16 | ANNA
Di questo ne parleremo con tuo padre, non la passi liscia. |
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17 | ROBERTA (STRAFOTTENTE)
Con mio padre? ringrazia a lui che dorme qui stanotte, e non me ne posso andare. Ma domani… |
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18 | ANNA (TRATTIENE LA RABBIA)
Domani tu resti qui, e tutti i giorni a venire! Ti metto a posto io, a te. Altro che Catania… Tu – resti – qui. |
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LA SICUREZZA CON CUI ROBERTA HA CONTRASTATO LA MADRE INIZIA A VACILLARE. LA RAGAZZA ADESSO URLA. SI ALZA DALLA SEDIA, DI SCATTO. | ||||||||||
19 | ROBERTA (STRILLANDO)
Nemmeno morta, ci resto in questo posto schifoso! E non ti ci provare, a fermarmi, o ti rovino la vita! |
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COSÌ DICENDO, LA RAGAZZA SCAPPA VIA.
CHIUDI SU ANNA, RIMASTA SOLA AL TAVOLO, STRAVOLTA DALLA VEEMENZA DELLE PAROLE DELLA FIGLIA. |
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• | 0000 | / | SC 00 | 0’50” | TITOLI DI CODA
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FINE EPISODIO 098 |
durata netta episodio 098: 22’30”
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