
27 Mag Trovate il tema, e non cedete
In narrativa di solito si parte da un tema per costruirvi intorno la storia, e il tema è il messaggio sotteso a ciò che si scrive, il perno attorno al quale ruota tutta la narrazione. Questo, almeno, è ciò che insegnano nelle scuole di scrittura di tradizione americana. Il tema di Romeo e Giulietta, di Shakespeare, ad esempio? Si può morire per amore. Tutto qui. Semplice, vero? Eppure, se avete letto Romeo e Giulietta, sapete che è proprio di questo che ci racconta l’intera tragedia, e che il fatto che il tema sia così semplice niente ha a che vedere con la bellezza della scrittura. Il tema è quindi ciò che salta fuori a ogni pagina, che accompagna il lettore e lo guida – senza che egli se ne accorga – durante tutta la narrazione.
L’atto dello scrivere non è una narrazione in sé, la scrittura è ciò che costituisce la narrazione. Ma anche il semplice gesto dello scrivere può avere un suo tema. Ognuno di noi che scrive ha il suo tema dentro, quando prende in mano la penna o accende il pc. Il tema che impernia tutti i miei momenti di scrittura (non ciò che scrivo, ma l’atto stesso dello scrivere) è “non cedere”. Me se sono accorta però dopo. Dopo che quel tema mi ha tenuta ferma alla scrivania quando sarebbe bastato poco per chiudermi fuori da una vita che grazie alla scrittura si è trasformata. Ecco, scrivendo, io non ho ceduto. Anche quando ho avuto voglia di farlo, coscientemente, perché mi ero resa conto che avevo approcciato la scrittura nel peggior modo possibile, il più sterile: pretendevo gratificazione, per dirla molto in breve, e come sa chiunque abbia un minimo di esperienza delle cose umane, niente di ciò da cui pretendiamo gratificazione può davvero darne. Non ho ceduto. Ho continuato nelle mie scritture, ho continuato a sperimentare la mia voce, ho continuato a indagare temi. Ma con un’altra modalità di approccio. Ho cercato gratificazione altrove, e ho lasciato che la scrittura fosse soltanto il mio modo per raccontarmi, guardarmi dentro e guardare intorno, curare i miei dolori, proporre vita a chi mi viene accanto. Ho sollevato la scrittura dal dovere di rendermi qualcosa, e allora la scrittura ha cominciato a fiorire. E quanto è avvenuto per me con la scrittura credo sia applicabile anche in altri ambiti della nostra vita. Per questo adesso, in piena consapevolezza, posso dire: qualunque sia la cosa che vi sentite portati a fare, non cedete. Se, come spero, scoprirete che la scrittura è il vostro mezzo per stare bene, utilizzatela. Sempre. Niente vale quanto un tesoro, seppure piccolo, che si è trovato, per il quale si è lottato, che è costato sforzo e sacrificio, che ripaga quanto ripaga la scrittura.
Qualunque sia la cosa che siete destinati a fare, la luce che sentite brillare dentro, il vostro Daimon o il vostro Anlagen che ancora non conoscete, non cedete. E se nel vostro percorso vi farete accompagnare dalla scrittura, vedrete quanta bellezza fiorirà.