Il fermo e la vita

Scrivo oggi di nuovo dopo settimane. Il mondo lì fuori si è fermato ed io, che in quel mondo vivo e lavoro, mi sono fermata. Ne ho avuto bisogno. Per capire cosa stesse succedendo lì fuori, e poi anche per capire cosa stesse succedendo a me.

È un momento di rivoluzione e di scelte, questo fermo. Di ripensamento della vita e del proprio modo di affrontarla. Ho letto un post su facebook, giorni fa. Purtroppo non ricordo chi l’avesse scritto, ma ricordo bene come si chiudeva: poneva delle domande, che io ho girato a me stessa e ho cominciato a farmi: cosa sta tirando fuori da me questa situazione? In cosa mi sta mettendo alla prova? Quali nervi ha scoperto? Quali tesori è necessario che io tiri fuori proprio adesso, quali risorse?

Sono tutte domande cui potrò rispondere poco per volta, così come poco per volta scorre questo tempo che appare fermo e invece ci cambia, forse più di quanto vorremmo ammettere. A una, però, ho già trovato risposta.

È Francesca che scrive queste righe, ma in queste righe non sono soltanto Francesca, sono anche la voce di Scrittura Riparativa, qualcosa che vive e si muove fra e per le persone. Come ho visto e vedo fare a tanti anche Scrittura Riparativa avrebbe dovuto immediatamente buttarsi sul virtuale, cogliere l’attimo e proporre incontri on line, adeguarsi al momento e continuare a esserci “da remoto”. Invece no.

Il lavoro che faccio, la Scrittura Riparativa così come l’ho pensata e la propongo, è una scrittura che ha qualcosa che va oltre la scrittura, è un sapersi mettere in gioco insieme, un affidarsi all’altro che in un’interazione mediata dallo schermo non può esistere. Il lavoro che faccio ha bisogno di sentire il calore delle persone intorno, di coglierne i respiri e il mutare delle espressioni, di respirare la loro stessa aria. La vita è molto più di ciò che può passare attraverso uno schermo.

Così, Scrittura Riparativa si è fermata. Forse perderà l’occasione di avere qualche cliente in più, di farsi un po’ di pubblicità. Non importa. Se lo facesse, se usasse un mezzo – i video incontri su piattaforma on line –  limitato e limitante, snaturerebbe  ciò che è.

Vedere un film in tv o sul pc non è come vederlo nel buio di un cinema, uno spettacolo teatrale riproposto in tv non dà le stesse emozioni che viverlo in platea, cantare e ballare a un concerto non è come sparare un cd a palla fra le mura di casa. Il mio modo di fare scrittura per esprimere ciò che si ha dentro e dare e condividere emozione e cura ha bisogno che persone stiano insieme, nella stessa stanza, intorno a un tavolo. Che condividano attimi di vita. Aspetterò che si possa fare, e questo tempo fermo sarà comunque vita. Sarà un ricco maggese.

 



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