21 Feb Scrivere è fidarsi. Fidatevi
Lo scrittore americano E. L. Doctorow diceva che “scrivere un romanzo è come guidare di notte. Non vedi più in là dei fanali, ma puoi fare tutta la strada così.”
Ecco, partiamo da qui. Sia che vogliamo scrivere un romanzo in cui tutto è frutto della nostra fantasia (ma mai è tutto frutto della fantasia, perché in qualunque cosa scriviamo c’è un pezzo enorme di noi, delle nostre paure, dei nostri ricordi, dei nostri desideri frustrati, dei nostri nodi irrisolti), sia che vogliamo scrivere un memoir che racconti un tratto del nostro percorso di vita, comunque scrivere è guidare di notte.
Sappiamo che la strada continua, che stiamo viaggiando per raggiungere la destinazione, che per strada ci saranno bivi e curve e pericoli, ma anche segnali e autogrill o baretti da camionisti comunque aperti dove poterci fermare per poi ripartire.
Non vediamo chiaramente fino all’orizzonte, però la strada c’è. Dobbiamo fare un atto di fiducia, dobbiamo credere che quella strada ci sia. Sarebbe facile farci prendere dal dubbio. E se oltre quella curva non c’è più niente? O se c’è un camion di traverso? O se un animale mi taglia la strada? O se mi finisce la benzina? O se…
Non facciamoci bloccare dalla paura e dall’insicurezza che si nascondono dietro queste domande, altrimenti la strada resta lì e la nostra storia resta lì, inespressa, a ricordarci che non ce l’abbiamo fatta.
Fiducia. Abbiamo bisogno di fiducia. Nella nostra idea, nella nostra capacità di tradurla in una storia e parole e frasi, nella possibilità di raggiungere la meta e saper affrontare imprevisti e pericoli.
Non facciamoci soggiogare da ciò che fa molto male a chi vuole scrivere. Il dubbio, innanzitutto. Avanziamo lentamente, se essere prudenti ci aiuta a non fermarci, ma avanziamo nella notte. La meta arriverà. Anzi, quando la raggiungeremo potremo dire di essere stati capaci di arrivare alla meta.
Scrivere è una lunga continua scoperta. Non solo di ciò che scriviamo, ma anche di noi che stiamo scrivendo. Ci ritroviamo diversi, dopo avere scritto. È l’atto stesso dello scrivere che ci fa diversi, ed è per scrivere che scrivere vale la pena. Non per pubblicare, ma per scrivere. Fidatevi.