Quando le parole vengono di notte

È notte. Una notte che segue una giornata piena di impegni e pensieri e immaginazione, una delle giornate in cui il lavoro, e anche il lavorìo, sembra non si fermino mai. C’è ancora tanto da fare, fra sito da costruire e contenuti da scrivere e letture da terminare, Scrittura Riparativa è ancora poco più di un progetto. Ma è anche molto altro: è il lavoro che ho scelto e in cui credo.

Sono i giorni in cui lavoro alla descrizione di cosa sia Scrittura Riparativa. Non è facile tradurre ciò che ho in testa, mi rendo conto che ancora non tutto è chiaro. Soprattutto, ancora non riesco a parlarne, a raccontare. Come se, nel momento in cui provo a farlo, un interruttore spegnesse la lucidità. Mi trovo a dire cose confuse, poco chiare.

Mi accade di fare anche una figuraccia, con me più che con l’altra persona. È lo stereotipo del manager, sicuro di sé fino alla nausea dentro il suo abito casual blu e cravatta in tono. Seguo un suo seminario, al termine mi avvicino per fare una domanda. Vorrei spiegare a cosa sto lavorando, chiedere il consiglio che vorrei. Escono fuori poche parole contorte. Mi guarda assente. Abbozzo un sorriso. Fortuna che squilla il suo cellulare e, piuttosto che darmi attenzione, preferisce rispondere e si allontana. Mi urge prendere un caffè, macchinetta in direzione nettamente opposta, gli do le spalle. Il viso mi brucia per l’imbarazzo. Ho imparato tanto, in quel momento. Ho imparato che aver chiare le idee non è mai una cosa scontata e che le idee sono chiare se le si sa anche raccontare e che è un processo che può prendere tempo.

Mi porto dentro tutto questo, quando quella sera vado a dormire. Sono trascorsi giorni dall’episodio del manager, ma il bisogno di chiarezza continua a essere lì. Mi addormento. Sogno. Tutto ciò che voglio dire di Scrittura Riparativa appare chiaro, nel sogno ne parlo e racconto con semplicità. È talmente bello che mi sveglio. Ripasso in mente quelle parole giusto il tempo di saltare fuori dal letto e mettere la vestaglia e correre alla scrivania. Da tempo ormai ho imparato che le parole vengono quando vogliono e in vari modi, e quando vengono bisogna esser pronti ad accoglierle, anche se è notte.  Prendo carta e penna, scrivo. Parole semplici ma in cui c’è tutto, parole che raccontano senza fatica. L’inconscio c’è, il più è fatto. E la strada è giusta.

Francesca Di Gangi
f.digangi@tiscali.it

Mi chiamo Francesca Di Gangi, ho poco più di cinquant’anni e sono sociologa, formatrice e counselor relazionale di formazione rogersiana. Sono anche laureata in Psicologia, e sono l’autrice del metodo Scrittura Riparativa® Da quasi trent’anni affianco le persone che hanno voglia di stare bene con se stesse e nelle relazioni, e le accompagno nell’affrontare le proprie emozioni. Principi imprescindibili del mio lavoro – e del mio modo di essere – sono l’empatia, il rispetto incondizionato, l’accoglienza, l’attenzione all’altro, l’ascolto, condensati adesso nel metodo della Scrittura Riparativa e terapeutica.