21 Gen La vita è quella cosa che…
La vita è quella cosa che succede mentre siamo impegnati a fare altri progetti. È una frase attribuita a diverse persone, e chiunque sia ad averla pronunciata certamente aveva ragione. Ne ho fatto esperienza in queste ultime settimane.
Era la sera di venerdì 8 gennaio, su Meet incontro-regalo di Scrittura Riparativa. Quasi due ore dense di emozioni, piccoli svelamenti, penne che correvano veloci, visi da ogni parte d’Italia. L’incontro si conclude, ci salutiamo. Io felice perché la mia piccola Scrittura si fa ogni giorno più grande, perché ogni volta ho la conferma che è qualcosa che funziona, che produce benessere. Loro contenti perché hanno fatto una bella esperienza, la Scrittura ha smosso qualcosa. Me lo dicono prima di salutarci, mi arriveranno mail di ringraziamento nei giorni successivi.
Il tempo di spegnere il pc e arriva la telefonata della mia oculista. L’avevo chiamata, non l’avevo trovata, avevo chiesto che mi chiamasse. E lei, scrupolosa come sempre, richiama. Le racconto i sintomi che ho, lei ascolta. Domani mattina vada in pronto soccorso, all’Oftalmico. Non perda tempo. Io questo fine settimana non sono in Ospedale, e lei non deve perdere tempo. io resto lì, gelata. Mi riprendo e, come sempre faccio, mi do coraggio e vado avanti. La mattina dopo al pronto soccorso, viso composto e dentro paura e sgomento. Visita, poi intervento laser. Poi a casa, a letto, a guardare il soffitto in attesa che il laser faccia effetto. Il giovedì seguente vado a controllo dalla mia oculista. Venga domani in ospedale, voglio farla vedere a un collega. L’indomani lei, e il collega, mi scrutano ancora l’occhio. Ancora laser, le mani sono di uno dei migliori oculisti di Torino. Consola, sapere di essere in buone mani. La luce violentissima della lampada mi squassa l’occhio, l’iride quasi non si vede, il laser pinza, ricuce, delimita. Io lì, ferma, aspetto che finisca. Torni martedì, mi dicono. Il martedì ancora guardano, ancora parlottano. Mi dicono poco, e forse più di quanto mi dicono io non voglio sapere. È già grande l’ombra che mi porto dentro, già grande la paura. Preferisco sapere poco, preferisco ignorare. Sono prudente, faccio ciò che mi dicono, mi basta così. Torni lunedì, mi dicono.
Lunedì tornerò.
Intanto ho ripreso a fare qualcosa. Mi hanno graziata dallo stare supina a letto, posso usare un po’ il pc, posso stare sul divano. Penso a chi si è iscritto ai miei workshop, vorrei chiamarli, uno per uno, parlare con loro. Non lo faccio, mi sentirei esposta. Non sono in grado di accettare attenzione più di tanto, anche se tanta ne ho avuta e ne sono grata. Ho bisogno di prendermi cura di me, ho bisogno di stare sola.
Aspetto lunedì. Poi deciderò come procedere con la vita. Le priorità sono cambiate, anche se in apparenza molto sarà quello che era prima. Solo in apparenza.
Perché la vita è quella cosa che succede mentre sei impegnato a fare altri progetti.