La mia vita è un romanzo – Scrivere il memoir (I)

Fra pochi giorni in Unipop, l’Università Popolare di Torino, inizieranno i corsi. Quest’anno si parlerà anche di scrittura, anzi della scrittura del memoir. Il corso si intitola “La mia vita è un romanzo – Scrivere il memoir”, a tenerlo sarò io.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: per partecipare a questo corso non è necessario saper scrivere, nessuno dovrà aver già prodotto racconti o essersi esercitato con la scrittura narrativa. Ciò che vi si chiede è un quaderno, una penna, la voglia di scrivere e di scommettersi. Tutto il resto verrà da sé.

Parleremo della scrittura e della voglie e della fatica di scrivere, della memoria che ci fa ciò che siamo, dei ricordi che vogliamo mantenere e di quelli che è finalmente il momento che vadano verso l’oblio. Parleremo anche dei modi in cui si può scrivere un memoir e del perché scriverlo, rifletteremo le nostre esperienze in quel che dicono le ricerche. Parleremo anche di quelle che di solito vengono dette tecniche di narrazione: parleremo della struttura della storia, dell’arco di trasformazione, della voce narrante e dei personaggi. Ragioneremo su quello che è il principio fondamentale di ogni narrazione: “show, don’t tell”, mostra, non raccontare.

Sarà un corso, ma è come se fossero due. Immaginate un torrente di montagna, uno di quelli ricchi d’acqua a volte placida a volte precipitosa, di quelli nei quali si fa rafting. Anzi, immaginatene due. Iniziano che sono un solo fiume, poi si dividono, ognuno nel suo percorso a volte lineare, a volte tortuoso. A un certo punto si incontrano, diventano di nuovo solo uno, le loro acque si confondono, poi si dividono ancora. Per un tratto scorrono affiancati, poi, invece, lontani, sembra non vogliano più incrociarsi. Ecco, quei due torrenti sono le due anime di questo corso. Navigheremo quei torrenti con le nostre canoe, ci ritroveremo ad avanzare ora su uno ora sull’altro, a volte lenti a volte sostenuti dalla corrente. Certi momenti basterà appena muovere la pagaia per scivolare nel flusso, altre volte l’impeto dell’acqua ci incastrerà contro un masso, e la forza della corrente sarà così forte che sentiremo il pericolo di restare con la prua incastrata contro quelle rocce.

Uno è il torrente delle emozioni, della profondità dell’esplorazione, della memoria, dell’essere sé e dell’essere scrittori, della creatività e del sogno. L’altro è il torrente della tecnica, del lavoro narrativo, della forma  e dello stile. A ognuno di noi il piacere e il brivido di percorrerli entrambi, di misurarne e affrontarne le difficoltà, di vincere paura e stanchezza.

 

Segue…

 

 

 

 

 



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