
20 Mag Ho messo il naso fuori
Ho messo il naso fuori, ieri. Ho preso coraggio, per potere uscire. Dovevo farlo, i negozi aprivano e per una volta ho deciso di non continuare a comprare (quel poco che ho comprato) on line. Ho fatto un giro in centro, e non mi è piaciuto per niente. Non parlo delle mani che soffocavano umidicce dentro i guanti di lattice (spesso disinfettati, sia chiaro) né del respiro che dietro la mascherina è meno agevole, e vorrei vedere.
Parlo di quel che ho visto. Delle decine di guanti buttati per terra fra l’ascensore e la porta d’ingresso del supermercato, a meno di un metro dal bidone della spazzatura. Delle mascherine portate come fossero fasce per la gola o protezioni per il mento, quando non orecchini o bracciali. Dei gruppi di persone – certamente tutti congiunti, come dev’essere – che sciamavano stretti leccando gelati o bevendo bibite o fumando. Di uno struscio che sì, eravamo stati due mesi chiusi in casa e ognuno ha le sue buone ragioni per uscire, ma sembrava che tutti stessero a fare le ultime spese di Natale. Troppo di tutto, per quel poco che ho visto.
Avevo immaginato, stando chiusa in casa, che lì fuori qualcosa stesse cambiando. Che sapere di persone morte con soltanto il conforto di una videochiamata, quando c’era, potesse avere provocato un minimo di riflessione. Che sentire continue notizie di contagi e eroi in corsia potesse avere suscitato un barlume di attenzione agli altri, oltre che a sé, ben maggiore di quello dimostrato cantando sui balconi con tanto di sventolio del tricolore. Che anche soltanto essere stati mesi chiusi in casa potesse aver favorito un’attività che in fondo può essere molto semplice, come pensare. E invece di riflessione e pensamento e conseguenti scelte non mi sembra di averne trovato traccia.
Temo che non sia cambiato tanto, lì fuori. Non come avrei sperato. So che la quarantena mi ha cambiata, e so che anche altri hanno usato questo tempo per pensare e ripensarsi. E forse anche per questo mi chiedo: dove siete tutti? Dove siamo tutti noi che abbiamo fatto della quarantena un tempo per rinnovarci? Dove sono le nostre azioni positive, i nostri accoglierci, i nostri sorrisi? Perché io, lì fuori, rinnovamento ne ho visto poco. Come se non fosse successo niente. Come se tutto ciò che è successo non abbia lasciato segno. Abbiamo fatto una vacanza in casa, possiamo riprendere la vita come prima. Forse anche peggio.