10 Giu È di nuovo così
È di nuovo così. Una nuova pagina bianca, e per un attimo tutto è fermo. Eppure una storia da scrivere c’è, qui, adesso. E ci sono parole perché quella storia ci sia. Ma dove sono, adesso, le mie parole? Mi fermo a guardare la pagina bianca e mi appaiono i vuoti, tutti quei vuoti che vorrei cavarmi da dentro e appiccicare filo per filo a questa pagina bianca. Me ne manca il coraggio, o forse la baldanza. Allora cerco parole, altre. Cerco motivi per allontanare la pagina bianca, per affrancarmi da questo silenzio che mi assilla, da tutto ciò che vorrei dire e non so come.
So che le parole mi sono amiche, so che nel cercarle e poi trovarle e poi sistemarle qui, su questa pagina che man mano è sempre meno vuota, meno bianca, anche questo mio momento, questo giorno, questo frammento di vita si fa meno bianco. Eppure ogni volta è di nuovo tutto fermo. Cosa scrivere, cosa mettere di me qui adesso? Cosa lasciare che gli altri, e io ancora prima degli altri, conoscano?
Non è facile che le parole vengano fuori. Non quando già so che qualcun altro leggerà. Immagino le reazioni e i pensieri, immagino i fraintendimenti e le approvazioni. Immagino, appunto. Perché non conosco le reazioni prima che possano essere espresse, non so se queste parole ne produrranno. E allora?
Allora sono io, sono le mie paure, sono i miei momenti di vuoto e di sconforto che si affacciano e mi guardano mentre io, qui, pigio sui tasti e lascio spazio alle parole. Parole che sono i miei abbracci, i miei sogni notturni, i silenzi che mi circondano e mi svuotano e mi riempiono. Sono le mie mani che emergono a cercare altre mani. Sono respiri che stanno in ascolto di altri respiri, o che soltanto li cercano. Sono parole. Le mie parole. Che voglio che ci siano, così come io ci sono.