
17 Lug Lettera a mia madre (2)
Mi hai allattata al seno per nove mesi, ho conosciuto le tue braccia e il tuo calore, eppure me ne è rimasto poco.
Non so quale sia stato il momento in cui qualcosa si è rotto. Come un tendine tagliato si ritira e scompare fra i muscoli, così quelle braccia mi sembra non ci siano mai state.
Il tuo amore mi è mancato. So che c’era però non lo sentivo, non mi arrivava. Rimaneva nascosto da qualche parte fra me e te, trattenuto lì dove io non potevo arrivare e tu non potevi esporti.
Tutto il morbido e il caldo e il confortante e il rassicurante che avresti potuto essere, che in principio eri stata, è andato smarrito, consumato in una dimensione in cui non ci era dato esprimere amore.
Ti ho cercata fino a rifiutarti, non riconoscevo nell’immagine di madre che proponevi quella che avresti potuto essere e non eri. Ti cerco ancora.
Mi sono chiesta perché questo bisogno di raccontare la nostra storia. Non ci sei più da vent’anni, eppure torno a pensare alla mia vita con te, anzi ci sono immersa. Tutto ciò che avrei voluto e non sei stata mi trattiene e mi governa ancora. Non voglio rinnegare il tuo essermi stata madre. Ho però bisogno di poter essere soltanto ciò che sono, di chiudere quella nostra storia, di staccarmi da quel passato. Ho bisogno di prendere distanza da te.
Questa cosa è dura anche da scrivere. Per quel che di te mi vive dentro è inaccettabile collocarti nel passato, ma tu sei il passato e io ho bisogno di allontanarmene, di mettere via tutto il dolore che ancora mi porto dentro. Ho bisogno di non vedermi più in relazione a te.
Per questo adesso ti scrivo: per recuperare la nostra storia, leggere il tuo essere madre e il mio essere figlia, raccontarti di me e di come ti ho vissuta, poterti dire tutto ciò che non ti ho saputo dire fino a che eri qui.
È ciò che avremmo fatto se ne avessimo avuto il tempo, che avevamo iniziato a fare. Riprendo quel che è rimasto sospeso vent’anni fa, torno nella nostra storia perché tu possa ascoltare le mie ragioni, per accogliere le tue così come posso conoscerle, perché tu non resti per me un’occasione mancata. Dicono che sia per questo che si scriva: per salvarsi dal passato, per redimerlo.
(continua)
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